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Venerdì, 26 Aprile 2024
LAZIO AL VOTO

REGIONALI | Carlo Calenda in città: “D’Amato è l’uomo giusto per sistemare la sanità, ma capisco chi non vuol votare…”

Il leader di Azione a Viterbo per inaugurare la campagna elettorale del Terzo Polo in vista delle regionali.

Carlo Calenda a Viterbo per inaugurare la campagna elettorale del Terzo Polo. I quattro candidati di Azione e Italia Viva, i partiti che con una lista supporteranno il candidato del Pd, Alessio D’Amato, sono stati presentati agli elettori all’auditorium Valle Faul. Paola Goglia, Barbara Assanti, Giacomo Barelli e Alessio Trani. Questa la squadra viterbese pronta alla sfida delle urne. Presente, come detto, il leader di Azione, Carlo Calenda.

L’ex ministro, ha parlato soprattutto di sanità, vero e proprio cavallo di battaglia di questa campagna elettorale. “Il giorno in cui gli italiani dovranno chiedere prestiti per tac ed interventi, allora smetteremo di essere un Paese civile. Siamo fortunati ad avere una sanità pubblica, ma rischiamo di diventare come in America dove chi non è assicurato muore”. E, proprio sull’argomento, l’investitura a D’Amato: “Viene dalla sinistra, è di sinistra. Io no e si sa. Per ora mi bastano due dati su di lui: ha fatto il miglior piano vaccinale d’Italia e ha fatto uscire la Regione Lazio dal commissariamento sanitario, che significa 12mila medici in meno. Non m’importa che D’Amato sia del Pd, nemmeno che sia stato ancor più a sinistra del Pd. L’unica cosa che conta è che voglia sistemare e mettere a posto il sistema sanitario regionale”. 

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Calenda ha poi ironizzato: “Stiamo sempre a fare elezioni, io tra un po’ comincerò ad avere lapsus e confondermi. A malincuore devo dire che, sì, capisco quei cittadini a cui non importa nulla delle regionali. Ma, se non ci mettiamo in moto e non facciamo campagna elettorale, se non vi informiamo e non partecipate alla vita politica, questo Paese crolla”. La situazione, per lui, è seria: “Stiamo diventando un Paese da operetta. Si pensava che, con i fascisti al governo, almeno sarebbe tornato il centralismo. E invece fanno insegnare il veneto a scuola. Smettiamola con le idiozie tipo il presidenzialismo e il limite al Pos, di cui se ne parla in Zimbabwe”. E ancora un passaggio sulla sanità: “Ad infermieri e medici, considerati da tutti eroi, abbiamo destinato solo 2 miliardi. Ci siamo dimenticati di quelli che ci hanno salvato nel momento più buio dal dopoguerra”. Infine, la considerazione amara: “Non esiste che nella Nazione che fondato il Rinascimento e la cultura occidentale i ragazzi non sappiano leggere e comprendere un testo ma che ad 11 anni abbiano Instagram”.

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