Bracciante morto a Montalto, l'assessore Schiboni: "Le nuove tecnologie per controllare sicurezza e salute sul lavoro" | VIDEO
L'assessore regionale Giuseppe Schiboni sul decesso dell'operaio agricolo mentre raccoglieva cocomeri, a margine della visita a Viterbo per formazione e lavoro
Un "territorio molto attivo e reattivo" ma che ha "bisogno di fare ancora più rete". È la fotografia che fa della Tuscia Giuseppe Schiboni, assessore regionale a Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca e Merito, a conclusione della sua prima visita nel capoluogo, ma anche fuori dai confini della provincia di Roma, da esponente della giunta Rocca.
Una giornata, fortemente voluta dal presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli, iniziata questa mattina all'università della Tuscia e proseguita con gli incontri con i rappresentanti del mondo della scuola (dal provveditore ai presidi degli istituti superiori), dei sindacati, delle associazioni di categoria, degli imprenditori e dei sindaci del territorio.
"Abbiamo parlato di scuola, formazione, imprese e dimensionamento scolastico - riassume Schiboni -. Temi certamente impegnativi ma su cui possiamo fare un ottimo lavoro, che deve essere di squadra: Regione, Provincia, parti sociali e datoriali, agenzie del lavoro. Quella del Pnrr è una sfida epocale. Questi soldi vanno spesi nel migliore dei modi per intervenire su modelli di sviluppo che possono dare occupazione ai giovani e a chi è in cerca di lavoro. Questa è la priorità delle priorità e la grande scommessa. Ma lo ribadisco: è solo 'giocando' insieme che otterremo risultati che possano fare la differenza nella creazione di nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro, di aumento del Pil e di guadagno per il territorio".
Schiboni, di Forza Italia, è stato accolto in città, oltre che dal presidente della Provincia Romoli, dai più alti rappresentanti locali del partito: dal deputato Francesco Battistoni al dirigente Giulio Marini. Presente anche il capogruppo di FI in Regione, Giorgio Simeoni. Nel pomeriggio un breve momento di raccoglimento davanti ai resti della Quarto Savona 15, l'auto della scorta del Giudice Giovanni Falcone fatta saltare in aria nella strage di Capaci in cui morirono il magistrato, la moglie e tre poliziotti. A margine, sempre in piazza del Comune, l'assessore regionale ha scambiato un breve saluto informale con la sindaca Chiara Frontini.
La visita di Schiboni a Viterbo arriva a una settimana di distanza dalla morte del bracciante Naceur Al Masoudi, 50enne tunisino, deceduto dopo essersi sentito male mentre stava raccogliendo cocomeri, sotto al sole cocente e con le alte temperature dei giorni scorsi, in un campo a Montalto di Castro. A specifica domanda di ViterboToday su quali strumenti la Regione intende introdurre, e in che tempi, per evitare che simili tragedie si ripetano e su quale sia la portata del fenomeno del caporalato nella Tuscia l'assessore ha così risposto: "Da parte mia e di tutta la Regione Lazio c'è la massima attenzione al fenomeno del caporalato. Personalmente ciò che mi preoccupa maggiormente è il caporalato indigeno. Vale a dire, quelle comunità chiuse, vuoi per lingua, religione e struttura sociale, su cui è difficile intervenire".
"Chi lavora - afferma Schiboni - deve essere più tutelato. La sicurezza sul lavoro è al centro del mio operato come assessore. Con l'Inail e gli altri enti, stiamo predisponendo protocolli di intesa per implementare i controlli e la sicurezza sui posti di lavoro. Controlli su sicurezza e salute che devono avvenire anche mediante le nuove tecnologie. Tutti hanno il sacrosanto diritto a lavorare con la massima tranquillità, anche quando l'impiego è di per sé pericoloso. Lavori che, tra l'altro, devono essere retribuiti nella giusta misura. La vita è un valore assoluto che va salvaguardata".