IL RETROSCENA | Nervi tesi tra Frontini e Cananà, sale la tensione in comune e prefettura: c'entra (anche) Santa Rosa
I rapporti tra il sindaco e il prefetto si sono incrinati nell'ultimo periodo: cosa sta succedendo nei palazzi del potere
Sono piuttosto alti i gradi misurati dai termostati di Comune e Prefettura in questi giorni. Ma il caldo estivo, quest’anno leggermente più sentito del solito a Viterbo, c’entra poco. Tra le due massime istituzioni del territorio, infatti, i rapporti non sono idilliaci in questo periodo e quelli tra i due comandanti in capo si sono incrinati pesantemente nel corso delle ultime settimane. Da una parte Chiara Frontini, inquilina di Palazzo dei Priori, e dall’altra Antonio Cananà, reggente dell’ex Palazzo del Capitano del popolo. Due profili diversi che, in un contesto ristretto come quello di Viterbo, sono entrati in contrasto su diverse tematiche, l’ultima delle quali riguardante il trasporto della Macchina di Santa Rosa 2023.
Del carattere di Chiara Frontini si sa molto: giovane, determinata, capace, innovativa e preparata. Cananà è invece esperto, pragmatico, deciso e leggermente più vecchio stampo. Al contrario del suo predecessore Giovanni Bruno, sicuramente più appariscente ed “interventista”, Cananà è un uomo non rigido ma verticale, tutto d’un pezzo e poco avvezzo agli show. E, soprattutto, non ama intervenire nel dibattito politico. Preferisce lasciare che tutto scorra fin quando non si presenta una situazione che, a suo modo di vedere, necessita un suo parere. Una scuola comprensibilmente diversa rispetto a quella di Chiara Frontini, più dinamica e frizzante. A separarli fisicamente ci sono pochi muri, visto che i loro uffici sono separati soltanto dalle pareti che dividono il Comune dalla Prefettura, ma ora i due sono lontani dal punto di vista delle idee. La prima forte divergenza è emersa a causa dell’emergenza sociale di San Faustino, culminata con la clamorosa aggressione ai carabinieri dello scorso giugno. Frontini ha immediatamente assunto una posizione forte, definendo grave la situazione ed emanando l’ordinanza anti-alcol, puntando anche il dito contro le tensioni sociali nel quartiere. Cananà ha cercato invece di smorzare i toni, parlando di “situazione sotto controllo” e proponendo una maggiore integrazione tra migranti e residenti. A quanto pare, nel corso dell’apposito tavolo convocato anche con i comitati di quartiere, Frontini avrebbe paventato al prefetto la possibilità di dover ricorrere ad un presidio fisso delle forze dell’ordine, ipotesi che Cananà ha bocciato senza appello. Prima crepa.
La seconda frattura si è invece manifestata in relazione alla questione immigrati, con Frontini che avrebbe battuto i pugni per ridistribuire gli arrivi in tutti i comuni della provincia e non solo nel capoluogo. Presa di posizione non gradita da Cananà, che ha aperto le procedure per ricercare nuove strutture idonee all’accoglienza. Infine, l’ultima grande crepa è emersa proprio in questo periodo teoricamente di festa. Terreno dello scontro il trasporto della Macchina di Santa Rosa di quest’anno. In particolare, dalla Prefettura avrebbero fatto presente al sindaco che, stavolta, non saranno concesse deroghe al piano di sicurezza. Cananà, esperto soprattutto nel campo della sicurezza e dell’ordine pubblico, è pronto a far rispettare alla lettera le norme previste in quanto a capienze complessive, vie di fuga e security. In particolare, la disputa principale sarebbe sulle sedie lungo il percorso, nel dettaglio in via Cavour. Cananà non è favorevole, mentre Frontini non vorrebbe intervenire con decisione. Mancano solo 6 giorni al trasporto e, per il momento, non c’è ancora una chiara indicazione sulle sedie. Potranno i no essere messe in via Cavour? A deciderlo saranno senz’altro prima cittadina e prefetto, anche se non è da escludere un nuovo scontro. Per il momento, la tensione si taglia con il coltello. E, salvo rappacificazioni altamente improbabili in questi giorni, c’è da sperare in una soluzione condivisa.