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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
POLITICA

Il Pd strizza l’occhio a Frontini? I dem sotterrano (per il momento) l’ascia di guerra e aprono al dialogo

Alvaro Ricci e Alessandra Troncarelli lanciano segnali di distensione alla maggioranza

Dopo un lungo periodo di lotta senza quartiere all’amministrazione Frontini, adesso il Partito democratico sembra aver sotterrato l’ascia di guerra per aprire ad un dialogo sicuramente più diplomatico. La linea dura tenuta sin dall’insediamento della nuova consiliatura si è ammorbidita negli ultimi giorni, con dichiarazioni distensive pervenute sia dal capogruppo Alvaro Ricci che da Alessandra Troncarelli, candidata sindaco che ha perso al ballottaggio proprio con la numero uno di Viterbo2020. A più di un anno dalle elezioni, che hanno portato i civici alla guida di Palazzo dei Priori, smaltita la delusione per il risultato maturato alle urne, l’intenzione appare quella di tentare la strada di un’opposizione più costruttiva.

Ieri, in III commissione, Ricci ha annunciato - salvo poi astenersi riservandosi di valutare con il proprio gruppo il voto da esprimere in aula - che il Pd avrebbe espresso un “voto certamente positivo” sulla nuova revisione dei costi delle superfici in vendita, provvedimento che l’amministrazione ha dovuto adottare in forza degli ultimi aggiornamenti Istat. Se questa potrebbe sembrare una cosa di poco conto, tra gli addetti ai lavori c’è chi sottolinea come il documento approvato ieri in commissione fosse una pratica di bilancio. Bilancio che, per antonomasia, rappresenta il pilastro su cui si fonda l’azione politica della giunta. Generalmente, in questo tipo di votazioni, l’opposizione vota perciò in maniera contraria, ma ieri il Pd ha lanciato segnali di apertura. Il particolare che Ricci debba confrontarsi col resto del gruppo per decidere come votare in Consiglio, inoltre, lascerebbe intendere che all’interno del partito ci siano diverse anime o che non sia più così sicuro di rappresentare in toto il suo gruppo e che debba consultarsi con le colleghe. Quest’ultima opzione, tuttavia, vista soprattutto la grande esperienza e la proverbiale sicumera di cui spesso viene accusato anche in maniera simpatica dagli avversari, appare piuttosto improbabile.

All’apertura del capogruppo piddino, qualche giorno fa, avevano fatto da preambolo le dichiarazioni pronunciate da Alessandra Troncarelli sul piano triennale per le opere pubbliche, altro documento incardinato nel bilancio: “Su alcune cose non sono d’accordo, ma ci sono prerogative che possono essere funzionali”. Anche in quell’occasione, i dem si sono astenuti. Due indizi non fanno una prova, però chissà. 

Ammesso che di ammiccamenti si tratti, c’è da vedere quanto i frontiniani siano disposti ad abbozzare. Del resto, il fattore che ha consentito a Viterbo2020 di trionfare alle elezioni è stata l’assoluta estraneità alla partitocrazia classica. E sono da monitorare sempre le eventuali risposte della base del movimento civico, che non è strutturata come quella dei partiti tradizionali ed è variegata quanto ad ideologie e valori. I maliziosi, in aggiunta, fanno presente che a febbraio si voterà per il Consiglio provinciale. Nel centrodestra c’è chi pensa che, oggi, un’intesa tra Pd, Viterbo2020 e la fazione romoliana di Forza Italia non sia totalmente da escludere.

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