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Sabato, 20 Aprile 2024
CAOS DOPO LA BEFFA

Viterbo fuori dalla giunta Rocca, agitazione nel centrodestra: idi di marzo in FdI, polveriera Forza Italia e resa dei conti nella Lega

Nel giorno dell’insediamento non si fermano le polemiche dopo l’esclusione della Tuscia dalla giunta regionale, rischio fratture e fuga di massa

Rabbia e delusione. Resta soltanto questo ad imperare nel centrodestra viterbese, ferito dallo smacco romano ed escluso clamorosamente dalla nuova giunta regionale. Ieri mattina, Francesco Rocca ha presentato ufficialmente la sua squadra, mentre stamani alla Pisana è in programma l’insediamento del nuovo Consiglio. Almeno lì, Viterbo è ben rappresentata: Daniele Sabatini (oggi sarà nominato capogruppo di FdI), Valentina Paterna ed Enrico Panunzi. Ma la mancata nomina di un assessore made in Tuscia rischia di avere delle pesanti ripercussioni all’interno della coalizione, soprattutto in provincia.

Non si può non cominciare da Fratelli d’Italia, che ha comunque fatto la parte del leone. Sei assessori, quasi una giunta monocolore, con Forza Italia e Lega relegate ai margini, seppur con qualche settore di peso. Proprio in virtù della forza con cui i meloniani si sedevano al tavolo, la base locale del partito si aspettava almeno un proprio rappresentante all’interno del nuovo esecutivo. Laura Allegrini, consigliera comunale a Viterbo e con una trentennale esperienza alle spalle, è stata in corsa fino a venerdì, poi è stata tagliata fuori. Una decisione che ha provocato l’ira non tanto della diretta interessata, che ha incassato con stile il duro colpo, ma di alcuni amministratori di provincia, i quali, ora, puntano i piedi contro i vertici. Non un buon segnale, dato che sono alle porte le elezioni comunali nei piccoli centri. In particolare, il gruppo storico della destra viterbese inizia a lamentare un certo mal di pancia verso la recente gestione, che ha visto Daniele Sabatini - entrato in FdI da nemmeno un anno - prendersi in pochi mesi tutti gli spazi, sia in Comune che in Regione. Il sospetto di alcuni è che si sia creata una vera e propria corrente interna, fatto inedito e malvisto all’interno di un gruppo che ha fatto dell’omogeneità e della coesione la sua forza. E l’altro dubbio, poi, è che la Allegrini sia stata vittima di una congiura: secondo alcune ricostruzioni, da Roma sarebbe arrivata un’apertura ma sarebbero stati i rappresentanti viterbesi a rifiutare l’offerta e a far saltare l’operazione che avrebbe portato la donna alla Pisana. Le idi di marzo, insomma. Il tema c’è tutto, lo scenario forse. 

La situazione più esplosiva, però, è in Forza Italia, dove invece le correnti esistono ed hanno anche una certa forza. Nello specifico, quella che fa capo al presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha un peso non indifferente, soprattutto fuori dal capoluogo. Non a caso, prima che le trattative per la composizione della giunta entrassero nel vivo, lui stesso si era esposto chiedendo al partito un posto per una figura locale. Quanto auspicato non è accaduto e, adesso, la tensione è salita alle stelle. La sensazione dei romoliani è quella di essere stati presi in giro sia da Rocca, che aveva promesso rappresentanza alla Tuscia, che da Antonio Tajani, il quale aveva garantito altrettanto. Probabilmente, nel giro delle prossime ore, qualche emissario - o forse lo stesso Romoli - andrà a Roma per incontrare il ministro e chiedere spiegazioni, oltre a far presente le rimostranze. Non è da escludere una fuga di massa, anche se dall’entourage del numero uno di Palazzo Gentili smentiscono nettamente le voci di un avvicinamento al Terzo Polo. 

Silenzio tombale, o quasi, nella Lega. Il Carroccio è in fase di ricostruzione dopo i tonfi estivi alle comunali e alle politiche, per questo non c’erano particolari aspettative. Tuttavia, qualche mugugno c’è ed è relativo al fatto che il grande ex Alessandro Giulivi, sindaco di Tarquinia, sia riuscito a far entrare grazie ai suoi voti la meloniana Valentina Paterna in Consiglio regionale. Fatto che ora “costringe” i circoli locali a doversi interfacciare di nuovo con lui, uscito dal partito nel 2021. Giulivi in questi giorni avrebbe riallacciato i contatti con alcuni esponenti, insidiando pericolosamente la leadership di Andrea Micci e Fabio Bartolacci.

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