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La leggenda di Marcello, il fantasma che abita i sotterranei del castello di Soriano nel Cimino

Tra le storie che ancora oggi si tramandano nella Tuscia c'è quella di Marcello Capece, il maestro di camera ucciso nei sotterranei del castello di Soriano nel Cimino

È durante le notti di agosto che nei sotterranei del castello di Soriano nel Cimino risuonano i lamenti di Marcello Capece. Lui, fedele servitore e uomo innocente, pago con la vita la gelosia e crudeltà altrui. Tra le leggende e storie della Tuscia più note, quella del fantasma del povero Marcello è sicuramente una delle più note e strazianti. Un amore non corrisposto, intrighi di palazzo e alla fine due innocenti uccisi ingiustamente. Una vicenda che ancora oggi viene narrata e tramandata nel tempo.

La storia di Marcello

Nel 1559 nella rocca di Soriano dimorava il conte Giovanni Caraffa, nipote di Papa Paolo IV. Donna Violante Diaz Carlon, sua moglie, all’epoca era incinta del loro terzo figlio. Nota per la sua devozione al marito, al contrario celebre per la spiccata perfidia, risiedeva nel castello di Gallese per volere del consorte. Qui aveva acceso involontariamente l’interesse del cognato Carlo il quale accecato dalla passione, dopo essere stato più volte respinto, decise di vendicarsi. Con la complicità del fratello e del cugino di Violante, don Ferrante conte di Alife e don Leonardo di Cardines, iniziò a tormentare Giovanni convincendolo dell’infedeltà della moglie. Un tarlo costante che portò il conte a decidere di far controllare la donna. Alcuni sgherri si recarono a Gallese e notarono che nell'ultimo periodo il maestro di camera, Marcello Capece, si attardava un po’ troppo nelle stanze della dama. Convinti che tra i due vi fosse una relazione riportarono le indiscrezioni al conte la cui reazione non si fece attendere. In verità Capece durante quelle visite non faceva altro che raccogliere le confidenze della sua signora, tormentata dall’assenza del marito. Una tenera e amicizia e niente più visto che Marcello a sua volta era dichiaratamente innamorato di Diana Brancaccio, dama di compagnia di Violante. Il conte Giovanni chiese agli accusatori di portare le prove di quanto affermato e Capece, insieme ai suoi amici Gisone e Camilletti, venne catturato e condotto nei sotterranei del castello di Soriano. Il 5 agosto venne costituito iI tribunale presieduto da Giovanni Caraffa. Gisone e Camilletti, sottoposti a orribili torture, confermarono che a corte voci riportavano che Marcello amoreggiasse con una dama. Marcello invece, nonostante le torture subite, continuò a difendere donna Violante ribadendo di amare Diana Brancaccio. Anche Diana, su richiesta di Giovanni Caraffa, fu interrogata ma, in preda all’angoscia, negò di amoreggiare con Marcello Capece. Tanto bastò. L’8 agosto 1559 il conte uccise con ventisette pugnalate il presunto amante e, il 20 agosto, fece strangolare donna Violante.

Da allora il fantasma del povero Marcello abita i sotterranei del castello dove, nelle notti d’agosto, piange per la morte della bella Violante e per la vita che gli fu spezzata.

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