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Perché Viterbo si chiama così?

Le origini del nome di quella che oggi è anche nota come la "Città dei Papi"

Vetus Urbs, la città vecchia. Per molti il significato della parola Viterbo è proprio questo. Un cuore antico, splendido, ricco di storia e fascino. Alla base dell’etimologia del nome del capoluogo della Tuscia ci sarebbe proprio la caratteristica principale di questo territorio dove, come testimoniato dagli innumerevoli studi, la presenza dell’uomo è stata accertata sin dal neolitico.

In questo senso i primi insediamenti umani sarebbero da rintracciare sulle pendici del monte Palanzana e nella zona termale. Ma Viterbo si sa, oltre a essere un antico e glorioso insediamento urbano è anche “la città dei Papi”. Quest’ultimo appellativo è arrivato per rendere omaggio e tramandare la memoria del periodo in cui qui venne stabilità la sede pontificia. Alla fine del XIII secolo in città vissero e regnarono numerosi pontefici che, per 24 anni, trovarono casa all’interno delle mura del maestoso Palazzo Papale. Venne eretto nella forma attuale ampliando la curia vescovile nel 1257 in concomitanza con l’arrivo di papa Alessandro IV che qui, come detto, trasferì la sede pontificia a causa dell'ostilità del popolo e dei nobili romani. L'ampliamento fu disposto e curato dal Capitano del Popolo Raniero Gatti. Fu lui a costruire, con il consenso di papa Clemente IV, una grande sala per le udienze nota oggi con il nome di "Aula (o sala) del Conclave" così chiamata perché ha ospitato il primo e più lungo conclave della storia: quello del 1268-1271 durato 1006 giorni. Attualmente il palazzo fa parte del polo monumentale del Colle del Duomo di Viterbo.

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