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L’INTERVISTA

Camilli silura Romano: “Io ho vinto molto e sono un imprenditore, lui no. Se la Viterbese ha bisogno di una mano ci sono, ma solo tramite il Comune”

Piero Camilli risponde e lancia dei siluri a Marco Arturo Romano, che lo aveva chiamato in causa nei giorni scorsi

Piero Camilli torna a parlare e, come sempre, non ha peli sulla lingua. L’ex patron della Viterbese risponde per le rime a Marco Arturo Romano, attuale presidente gialloblù che lo aveva tirato in ballo nei giorni scorsi. Romano, citando gli esoneri di Allegri, Sarri e Pioli ai tempi del Grosseto, ha affermato che non avrebbe nulla da imparare sulla gestione di un club professionistico da Camilli e che, al massimo, potrebbe ricevere dei consigli da quest’ultimo solo nell’ambito della macelleria. Ora ecco la versione del diretto interessato, che a ViterboToday smentisce seccamente le parole di Romano e replica duramente. 

“Visto che mi vuole portare in questa polemica - esordisce Camilli - io accetto volentieri. Al massimo sono io che da lui non devo imparare niente, tralasciando i corsi di formazione. Infatti, la Finanza glieli sta controllando per quanto sono fatti bene. Poi, pensa forse di prendermi in giro parlando di macelleria? Io ho 12 aziende importanti, lui? Se vuole fare a gara facciamo un assegno per uno, il suo più grande e il mio più piccolo”. Sui presunti esoneri dei tre allenatori, tra l’altro tutti campioni d’Italia, Camilli spiega: “Non ho mai licenziato né Sarri ne Pioli e ho tutt’ora un ottimo rapporto con entrambi. Con Allegri idem. Romano dovrebbe imparare a leggere i giornali la mattina presto, perché è male informato. La mattina ha l’oro in bocca. Con Pioli ci parlo tutte le sere e con Sarri ho un ottimo rapporto. Con Allegri non ci prendevamo, in otto partite aveva fatto 9 punti e lo mandai via. Al suo posto presi  Cuccureddu e vincemmo il campionato nella stessa stagione. Ho fatto bene? Direi di sì”. 

Ma il vulcanico ex presidente della Viterbese non si ferma qui: “A questo signore (Romano, ndr) dico che ho vinto con la Castrense, con il Grosseto e con la Viterbese, mentre lui non ha vinto nulla ed è pure riuscito a retrocedere”. Camilli elenca il suo palmarès: “Terza categoria, seconda, prima, Promozione, Eccellenza, Serie D, Coppa Italia Eccellenza e Coppa Italia Serie D con la Castrense. A Grosseto ho vinto la C2, la C1 ed in Serie B ho fatto i play-off. A Viterbo ho vinto l’Eccellenza, ho vinto la D, lo scudetto, tre anni di play-off e due coppe Italia di cui una vinta ed una fregata. Io dovrei pensare a ciò che dice Romano?”. 

“Nella vita - conclude Camilli - ognuno ha i suoi risultati, io sono Piero Camilli, lui non so neanche chi sia. Non ho mai detto niente di male su di lui, ho detto soltanto che se la società ha dei problemi sono disponibile ad aiutare ma solo prendendola dal Comune e non da Romano”. Che tra i due non corra buon sangue è cosa nota da sempre, ora però la Viterbese deve fare i conti con una rocambolesca retrocessione in D ed ha bisogno di un ambizioni future per rientrare al più presto tra i professionisti. Tuttavia, le condizioni finanziarie del club fanno temere il peggio ed il bilancio è impietoso: 2 milioni di rosso e 4 milioni di debiti fanno il paio con le indagini della Guardia di Finanza, che monitora i conti e le carte della società. Camilli, a riguardo, parla chiaro e si rivolge velatamente a Chiara, Frontini, il sindaco di Viterbo: “In questo momento la Viterbese non mi interessa, ma so che c’è bisogno di una mano. Se fosse, io sono disponibile a darla. Ma prima la Viterbese dovrebbe passare sotto la gestione del Comune”.

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