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Sabato, 20 Aprile 2024
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Sport nelle carceri, a Mammagialla un triangolare di calcio

Nel penitenziario di Viterbo la conclusione del progetto di Coni e Regione Lazio

Lo sport entra nelle carceri. Nella casa circondariale di Mammagialla a Viterbo si è svolto l'atto finale con un triangolare di calcio. Con tre tempi da 25 minuti è calato il sipario su questo progetto firmato da Coni Lazio e dalla Regione iniziato a novembre sotto la guida del tecnico federale Maurizio Forti. "Si tratta - spiega il Coni Lazio - di una iniziativa che mira ad aiutare, attraverso il calcio e altre discipline sportive, i detenuti a recuperare il senso della vita, delle regole, dell’impegno e del gioco di squadra al fine di reinserirsi positivamente nel tessuto sociale".

Le gare sono state dirette dagli arbitri della sezione Aia di Viterbo: Francesco Celletti, Silvio Settimi e Fabio Settembre. Presenti anche il presidente Luigi Gasbarri e il cassiere Perluigi Amodeo. Al termine delle gare c'è stata la consegna dei riconoscimenti da parte del delegato del Coni di Viterbo Ugo Baldi, del responsabile tecnico Adriano Ruggiero e del fiduciario Marco Marcucci ai protagonisti. Omaggi del Coni sono stati consegnati a Natalina Fanti, al direttore Anna Maria Dello Preite, al direttore aggiunto Marco Grasselli, al comandante della polizia penitenziaria Mara Foti e al funzionario giuridico Teresa Mariotti.

"Il torneo di calcio  – ha detto la direttrice di Mammagialla Anna Maria Dello Preite - si colloca nell’ambito delle iniziative promosse dal Coni destinate alla popolazione detenuta e finalizzate a promuovere i valori dello sport come strumento di sviluppo e di inclusione. Se, come spesso si dice, lo sport è una palestra di vita, l’evento rappresenta la conclusione di un percorso di crescita importante, nella misura in cui ha consentito a ognuno dei partecipanti di acquisire valori significativi quali la costanza, la perseveranza e la solidarietà”.

Il progetto è stato fortemente voluto dal presidente del Coni Lazio Riccardo Viola: “Quella della rieducazione attraverso lo sport è una sfida impegnativa - ha detto - e passa attraverso questi progetti che mirano al potenziamento dell’autostima, allo sviluppo del potenziale personale, e al recupero di quei valori come la legalità, la lealtà e la cooperazione. Lo sport come sempre è uno degli strumenti più potenti per evolvere e diventare persone migliori”.

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