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Venerdì, 26 Aprile 2024

VIDEO | Estorsioni, l'audio delle minacce alla vittima: "Se non mandi 150 euro entro oggi ti rovino"

I carabinieri hanno arrestato madre e figlio

I carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo hanno dato esecuzione a due ordinanze restrittive agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, nei confronti di una 60enne e un 30enne di Viterbo, rispettivamente madre e figlio, per estorsione aggravata in concorso.

L'indagine è scaturita nell’estate scorsa a seguito della denuncia di scomparsa di un 50enne residente in un paese della bassa Tuscia. La madre aveva allertato le forze dell’ordine poiché nell’allontanarsi il figlio aveva minacciato il suicidio a seguito di alcune telefonate di sedicenti avvocato e giudice. L’uomo è stato ritrovato dopo poche ore di ricerche, ma i carabinieri hanno appurato che era vittima di richieste estorsive tali da spingerlo a pensare di ricorrere al suicidio.

I presunti autori delle minacce avevano conosciuto “virtualmente” la vittima a inizio 2022 tramite Facebook, facendogli credere di aver intrecciato una relazione sentimentale con una donna avvenente ma in realtà inesistente. Attraverso il profilo fake opportunamente creato, i due avevano avanzato continue richieste di denaro con le più svariate scuse, diventate via via sempre più insistenti. Di fronte al diniego di versare ulteriori somme di denaro i due sono passati a minacce di azioni di giudiziarie nei suoi confronti, accusandolo pretestuosamente di aver costretto alla prostituzione la donna immaginaria.

Durante le indagini è stato scoperto che i due arrestati, dopo essersi resi conto che la vittima non si era più piegata ai loro ricatti, erano riusciti a rivolgere le loro attenzioni con il medesimo modus operandi nei confronti di altri due 50enni, sempre dimoranti nella Tuscia, cui con le stesse modalità e minacciandoli anche di divulgare foto compromettenti avevano iniziato ad estorcere del denaro. Successivamente, quando si rendevano conto che le vittime non erano più propense a elargire, cambiavano registro e passavano alle minacce, ponendo quindi in essere vere e proprie estorsioni, simulando anche interventi di autorità immaginarie per incutere maggiore timore.

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