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Martedì, 30 Aprile 2024
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29 febbraio: ecco perché ogni quattro anni si aggiunge un giorno al calendario

Ogni quattro anni febbraio conta un giorno in più. Il mese più corto dell'anno restringe le distanze con gli altri per compensare le sei ore di surplus di ogni anno rispetto ai 365 giorni convenzionali

Un giorno in più. Ogni quattro anni arriva puntuale il 29 febbraio. Ma per quale ragione? Questa aggiunta al calendario trova spiegazione nella scelta fatta per rimanere allineati al calendario astronomico, considerando che ogni anno in realtà non dura esattamente i 365 giorni canonici. Il giorno in più inserito negli anni bisestili serve proprio a compensare le circa sei ore di disavanzo di ogni anno. Ad adottare per primo una soluzione in tal senso fu Giulio Cesare nel 46 a.C. Nel 1582 Papa Gregorio XIII, con l'introduzione del calendario gregoriano, corresse ulteriormente il tiro eliminando tre anni bisestili ogni 400.

L'anno astronomico, come noto, indica il tempo impiegato dalla Terra per completare la sua orbita intorno al Sole. Un giro che, essenzialmente, viene compiuto in 365 giorni o, per meglio dire: 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi. Questo disavanzo annuale va compensato per mantenere allineati il calendario civile con quello astronomico. Nel 46 a.C. Giulio Cesare, basandosi sui calcoli effettuati dall'astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel suo calendario un giorno in più ogni 4 anni in quello che era allora il mese di febbraio subito dopo il 24. Siccome il 24 febbraio in latino era il ''sexto die ante Calendas Martias'', il giorno in più diventò il ''bis sexto die'', da cui deriva la denominazione ''bisestile''.

La soluzione adottata da Giulio Cesare nel suo calendario, però, alla lunga avrebbe prodotto anch'essa uno scompenso rispetto al calendario astronomico. Ad accorgersi del problema fu Papa Gregorio XIII che, nel 1582, con la bolla papale "Inter gravissimas" eliminò tre anni bisestili ogni 400, sempre all'inizio del secolo. La regola, da allora in poi, sarebbe diventata questa: un anno sarebbe stato bisestile se il suo numero fosse stato divisibile per 4, con l'eccezione degli anni secolari (divisibili per 100) che non fossero divisibili per 400. Ciò significa, ad esempio, che nel 2100, così come è stato nel 1900, il 29 febbraio non ci sarà. Il prossimo anno bisestile, invece, cadrà nel 2028.

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