Borghi della Tuscia. Civita di Bagnoregio, la città che muore | FOTO
Una mini guida sui luoghi e centri di interesse di uno dei borghi più suggestivi della provincia
L'appellativo "Città che muore" le è stato conferito dallo scrittore Bonaventura Tecchi. Lui per primo è riuscito a sintetizzare la storia di questo luogo che, giorno dopo giorno, subisce l'inarrestabilità dell'erosione del tempo.
Civita di Bagnoregio è, in assoluto, uno dei grandi gioielli della Tusca e del Centro Italia. Un posto ormai diventato tra le mete più gettonate per chi è alla ricerca di una pausa dallo stress e dalla frenesia della vita cittadina. Situata sulla vetta di un'altura tufacea è nota perché la sua esistenza è letteralmente appesa a un filo - a causa del processo di erosione a cui è soggetto il terreno su cui sorge - ed è raggiungibile attraverso un ponte sospeso che rappresenta l'unico accesso - pedonale - al borgo.
Civita è situata a circa un chilometro da Bagnoregio, comune capoluogo. Come detto, l'accesso è garantito attraverso la passerella che collega l'area parcheggio al borgo. Uno scrigno di tesori fondato dagli Etruschi e che, nel medioevo, ha conosciuto la sua prima espansione assumendo la forma attuale arricchita poi nel Rinascimento. Frane e terremoti, nei secoli, hanno ridotto l'estensione del paese facendo crollare a valle palazzi, torri e antiche porte d'ingresso. Nel periodo di massima magnificenza erano cinque gli accessi da cui si entrava a Civita. Oggi ne rimane solo una: porta Santa Maria detta anche “della Cava”.
Testimonianza della fase etrusca di Civita, è la grotta di San Bonaventura, una tomba a camera nella quale si dice che San Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne celebre dottore della chiesa. E poi il “Bucaione”, un profondo tunnel che attraversa ai piedi, con sfogo sulla Valle dei Calanchi, lo sperone di argilla e tufo su cui poggia il borgo.
Cosa visitare a Civita di Bagnoregio
Tunnel (al momento non agibile)