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LA POLEMICA

Viterbo in festa, donazioni private dall'importo sconosciuto alla proloco: i commercianti chiedono la rendicontazione

Quanto è costata Viterbo in festa? Ora i commercianti pretendono di saperlo

Finita l’euforia per Viterbo in festa, l’evento nato dalle ceneri di San Pellegrino in fiore, ora c’è chi chiede di sapere quanto sia costata l’organizzazione della kermesse. La tre giorni è riuscita a portare in città una ventata di nuovo, lasciando contenti i viterbesi ed anche decine e decine di turisti. Ma ora potrebbero esserci delle code al veleno. E di mezzo ci sono i soldi, in particolare quelli presi dalla ProLoco, organizzatrice. I commercianti del centro storico, infatti, avrebbero contribuito alle spese donando all’associazione 300 euro (ristoratori) e 100 euro (attività commerciali). Cifre che si vanno ad aggiungere ai circa 20mila€ stanziati dal Comune. Ora, tra gli esercenti c’è chi s’interroga su come siano state impiegate queste risorse.

Anzitutto c’è da dire che, malgrado quanto possa essere legittimamente detto da chiunque, il Comune ha fatto la sua parte pagando tutte le spese relative alla security: 18mila euro tra vigilanza, bodyguard, suolo pubblico gratis, diritti Siae e rimborso di una parte delle spesa per la redazione del piano di sicurezza. In parole povere, Palazzo dei Priori si è fatto carico dei costi più ingenti ed obbligatori, dando alla ProLoco la possibilità di poter utilizzare gli altri fondi per l’acquisto degli addobbi e tutti i vari allestimenti nelle varie piazze. Un aiuto non indifferente che, però, non ha soddisfatto pienamente l’associazione, la quale ha più volte lamentato lo scarso interesse dell’amministrazione Frontini verso Viterbo in festa. 

Ma se i contributi comunali sono stati ritenuti più volte inidonei, che dire di quelli privati? La ProLoco avrebbe infatti ricevuto, in aggiunta a quelli elargiti dal sindaco, dei soldi anche dai commercianti del centro storico: 300€ ciascuno dai ristoratori e 100€ dai titolari delle attività commerciali che hanno deciso di aderire a Viterbo in festa. Donazioni (o erogazioni liberali, che dir si voglia) fatte da un numero imprecisato di imprenditori, il cui importo totale è sconosciuto e delle quali il Comune non era a conoscenza. Come, del resto, non ne è stata messa al corrente nemmeno la città, dato che gli organizzatori non hanno reso pubblica l’entità di questi fondi percepiti dai privati. Adesso, però, c’è chi vuole vederci chiaro e, tra gli stessi commercianti che hanno messo mano al portafogli, c’è chi chiede di sapere come siano stati impiegate le somme. 

Nel dettaglio, alla ProLoco viene chiesto di comunicare il budget avuto a disposizione, completo di entrate e di uscite. Una rendicontazione dettagliata che, comunque vada, dovrà essere presto inviata a Palazzo dei Priori, dato che il Comune deve erogare l’ultima tranche di contributi. Il presidente Irene Temperini, ieri, su Facebook, si è limitata a dire un’unica cosa: “Rendiconteremo pubblicamente. Chi ci conosce sa che non rubiamo e avvertiamo chi scrive e commenta che alla prossima allusione partiranno le querele. Quando si legge ciò si capisce chi non ha più voglia di organizzare niente in questa città”.

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