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LE ROTATORIE A IMBUTO / Garbini

Lo strano caso delle rotonde viterbesi: bloccano il traffico anziché farlo scorrere. Il Comune pensa di rifarle

Nate per migliorare la viabilità, le rotatorie di Viterbo hanno incredibilmente fallito: il traffico è peggio di prima, soprattutto nella zona del cimitero. E c'è chi pensa di modificarle…

Le rotonde della città di Viterbo sono ormai diventate un vero e proprio caso. In tutta Italia e forse in tutto il globo terraqueo, le rotatorie servono a moderare e a snellire il traffico. Ovunque, ma non nella città dei Papi, dove invece sortiscono l’effetto inverso, congestionando la viabilità e paralizzando intere vie. In un ciclo di tre articoli andremo a ripercorrere quella che è la storia di queste opere sui generis, analizzandone i dettagli, la progettazione, i pro e soprattutto i contro.

Le rotonde che stanno dando più noie ai cittadini sono certamente quella dell’Ipercoop - o di via Garbini - e quella di San Lazzaro, una delle più recenti. Prima della loro creazione, nelle suddette zone c’erano degli incroci che, a causa del susseguirsi di incidenti, alcuni dei quali purtroppo mortali, e delle file chilometriche, hanno spinto le amministrazioni comunali a sostituirli con i classici anelli stradale a senso unico. Una scelta apparentemente di buonsenso, reclamata a gran voce anche dai cittadini, che non sembra aver dato gli esiti sperati. Anzitutto, sì, i sinistri sono diminuiti ma non sono stati azzerati. Questo perché, molto spesso, chi dovrebbe dare la precedenza si immette oppure avvengono tamponamenti in coda. E, no, le lunghe file di automobili, specialmente nell’ora di punta, non sono sparite, anzi.

ingorgo rotonda via garbini 2

E così, in tre fasce orarie precise, via Garbini e tutto il circuito che dovrebbe collegare la Cassia Nord, la Tuscanese e il centro, diventano una gigantesca pevera, dove decine di automobilisti rischiano di imbottigliarsi. Se alla mattina presto, quando ci si reca generalmente al lavoro, il traffico è tutto sommato scorrevole, il primo blocco di massa arriva tra le 12 e le 13, quando i lavoratori tornano a casa e bambini e ragazzi escono dalle scuole. Poi, alle 18, il secondo blocco, che interessa in particolare San Lazzaro. E tutto ciò nei giorni normali, figurarsi in quelli festivi. A Natale, Pasqua, primo maggio e ferragosto, se possibile, va anche peggio. La situazione è talmente critica che, talvolta, la polizia locale è costretta a dover dirigere il traffico, malgrado la rotatoria sia stata pensata proprio per evitare di dover ricorrere all’intervento dei vigili.  

rotonda san lazzaro 2

Le motivazioni di questo particolare fenomeno, che potrebbe tranquillamente essere studiato nelle facoltà di urbanistica, sono molteplici e di varia natura. In primis il numero di auto per abitante della sola Viterbo: 72 ogni macchine ogni 100 persone. Basti pensare che la media nazionale è 57 e qui siamo ben oltre, in cima alle classifiche. Poi la viabilità stessa, con alcune vie che non riescono ad assorbire completamente l’elevato transito che le interessa (via Villanova, via della Palazzina, via Moro, la stessa via Garbini) e, infine, le rotonde, concepite e progettate alla bell’e meglio: diametro troppo, troppo stretto e assenza di corsie per chi deve uscire. Quella dell’Ipercoop sarebbe anche fatta bene ma è inserita in una zona inadeguata, mentre quella di San Lazzaro, di fronte al cimitero, è de facto un monumento all’approssimazione. Essendo strettissima e senza passaggi dedicati all’uscita, quando arriva l’ora di punta si trasforma in un un imbuto, generando un effetto domino spaventoso sulle altre arterie.

rotonda san lazzaro

Le cose, così, non vanno. È ormai chiaro a tutti che la circolazione manifesti delle criticità difficili da ignorare. C’è quindi chi, in Comune, pensa alle possibili modifiche da effettuare. Piccoli ma necessari accorgimenti che potrebbero stravolgere quello che sta diventando il tasto dolente dell’’intera Viterbo. Il sindaco Chiara Frontini, dopo aver portato a compimento lo stravolgimento della viabilità a Santa Barbara, starebbe meditando su uno o più interventi da fare a breve. Tanto che Mairo Vinciotti, comandante e dirigente della Polizia Locale, sarebbe già al lavoro per studiare le eventuali contromisure. I viterbesi si augurano la svolta, ma nel frattempo non fanno altro che domandarsi  di chi sia la paternità di certe scelte, chi abbia progettato quelle sadiche rondò. Non è facile reperire la documentazione  afferente, considerando che i progetti diverse volte provengono dagli albori del 2000, quando l’albo pretorio online nemmeno esisteva, ma è pur vero che, da qualche parte, nei meandri del Comune, la risposta dovrà pur essere nascosta.

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