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L’IDEA

Il Comune pronto ad acquistare il brand San Pellegrino in Fiore: "Tratteremo con i proprietari, ma no a mostre mercato"

Per ovviare al caos relativo ai nomi dell'evento, palazzo dei Priori si dice disponibile ad acquistare il logo originale dell'evento floreale

Viterbo in fiore, Viterbo in festa, San Pellegrino in fiore, San Pellegrino in festa. Nomi simili per lo stesso identico evento, un caos che rischia di creare problemi di marketing. Per evitarli, il Comune pensa di acquistare il logo ufficiale della manifestazione, puntando sulla rivitalizzazione di un brand che, in passato, ha dato tanto lustro alla città.

Il casino (sinon) legato ai nomi è nato circa un decennio fa, difatti l’ultima edizione, quella del 2019, si è svolta come “Viterbo in fiore”. Ma anche quel marchio è tramontato, lasciando spazio prima a San Pellegrino in Festa e poi a Viterbo in festa. Insomma, un delirio. E ora che, dopo quattro anni, le infiorate sono pronte ad abbellire di nuovo piazze e vie del centro, Palazzo dei Priori vuole tentare di tornare agli antichi fasti. 

“Da parte nostra - ha dichiarato il sindaco Chiara Frontini - c’è la totale disponibilità ad acquisire il brand ‘San Pellegrino in fiore’. Dobbiamo un attimo capire quali condizioni l’ex consorzio intenderà mettere sul piatto, ma sicuramente ci sarà un dialogo. Proprio per tutelare il marchio della manifestazione, a prescindere dal nome, è stato deciso di rimandare di un anno per fare nel 2024 una cosa fatta per bene”. La prima cittadina descrive come le piacerebbe che si svolgesse la manifestazione: “Viterbo in fiore del 2012 fu una delle edizioni più belle, mi ricordo un contributo di 80mila euro dalla Regione per un ammontare totale intorno ai 180mila euro. Ero assessore nella giunta Marini e ricordo quanto fu stupefacente dal punto vista estetico. Quelle successive sono state altrettanto belle ma tornate al concetto mostra-mercato che non è ciò che vorremmo fare noi”.

Un’evoluzione, sostanzialmente: “Vorremmo dedicare ad ogni piazza un tema, sempre seguendo il percorso che ci porta alla Capitale  europea della Cultura”.  Frontini fa anche un passaggio su quello che sarà Viterbo in festa: “Sull’onda della spontaneità di una serie di associazioni e comitati è nata Viterbo in festa, per non lasciare il centro senza eventi in quel fine settimana. Ma noi, in realtà, eravamo già in contatto con le associazioni”. Ma, come noto, per ragioni economiche il Comune ha dovuto rivedere i piani: “30/40/50mila euro non sarebbero bastati per un’edizione all’altezza. E non potevamo nemmeno fare una piazza o due, perché bisogna coinvolgere l’intero quartiere. Vogliamo acquisire finalmente il brand, cosi che si possa mettere un punto fermo su una situazione che, spesso, ha creato qualche imbarazzo e qualche tensione”.

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