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BUSINESS E AMBIENTE

"Ovo sgabbiato" l'azienda agricola che salva le galline dal macello e fa economia circolare

Una piccola impresa virtuosa che riesce a produrre "business" rispettando gli animali, l'ambiente e riducendo gli sprechi: un raro esempio di vera economia circolare

Nel panorama attuale, caratterizzato da una crescente consapevolezza ambientale e dalla necessità di adottare pratiche sostenibili, l'allevamento può giocare un ruolo cruciale nell'ambito dell'economia circolare. Un'azienda agricola, se gestita in modo oculato, può diventare un fulcro per la promozione di un'economia circolare che mira a ridurre gli sprechi, ottimizzare l'uso delle risorse e mitigare l'impatto ambientale. È il caso dell'azienda agricola virtuosa  l' "Ovo sgabbiato", che a Viterbo è diventata il simbolo dell'economia circolare per eccellenza. Dopo un'esperienza mirata alla produzione di humus legato all'allevamento di lombrichi, Alessia De Rubeis ha deciso di espandere la sua attività e diventare una sorta di "centro di inclusione" dando una nuova speranza e una nuova vita alle galline destinate al macello. 

L'ovo sgabbiato

L'ovo sgabbiato

Per ogni azienda la "sostenibilità della produzione" è il focus su cui poi si sviluppano i progetti. Una nozione che non deve essere intesa in maniera rigida, ma che varia sulla base del tipo di azienda o produzione con cui si ha a che fare. "Ho iniziato la mia attività per rendere produttivo il terreno di cui sono proprietaria - racconta a ViterboToday De Rubeis -. Cercavo qualcosa che fosse alla mia portata e fosse in linea con il mio concetto di recupero e di natura e così ho iniziato ad allevare lombrichi e produrre humus". Da un po' di tempo De Rubeis ha deciso di incrementare l'allevamento creando un circolo virtuoso che risponde perfettamente all'idea di economia circolare e alla sua "quasi ossessione" per il recupero.

L'ovo sgabbiato - economia circolare

Un concept di allevamento che non solo rispetta il ciclo degli esseri viventi che stanno alla base della sua attività, ma che non impatta negativamente sull'ambiente. Ed è proprio lei a raccontare la vita che c'è dietro a ognuna delle "ova sgabbiate" che vende agli avventori della sua piccola azienda, che rientra di dirtitto nella categoria dei business to consumer (vendita al privato). "Le galline allevate in allevamenti di tipo intensivo dopo 18 mesi vengono normalmente mandate al macello perchè la produzione di uova non risulta più in linea con il business di questo tipo di allevamenti. Nella mia azienda queste galline, tristemente destinate alla morte, vengono accolte, liberate, reintrodotte in natura, quindi vivono tutto il giorno libere e all'aria aperta. Escono all'alba e al tramonto rientrano autonomamente. Per me questo tipo di allevamento è assolutamente sostenibile. Nel giro di pochissimo tempo, qualche settimana, le galline che arrivano totalmente stressate, senza piume e con le creste rovinate, tornano ad essere sane e a produrre uovo sulla base del foto periodo secondo natura".

Ovo sgabbiato - economia circolare

L'ovo sgabbiato - De Rubeis

Le galline vengono isolate per circa 15 giorni e le uova prodotte non vengono messe in commercio poichè considerate dall'operatrice agricola residui della pregressa vita "intensiva" dell'animale. Sono circa 80 attualmente le galline che animano la piccola azienda viterbese in località Capretta, dove ogni giorno i clienti vanno ad acquistare le "Ova sgabbiate" che non vengono immesse sul mercato ma vendute in via diretta al consumatore.

La riduzione degli sprechi

Una delle sfide principali affrontate dall'industria alimentare è lo spreco di risorse. Tuttavia, nell'allevamento, gli scarti possono diventare risorse preziose. Per De Rubeis la riduzione degli sprechi e la creazione di risorse dalle sostanze di scarto sono diventate attività quotidiane. Grazie alle due attività intraprese in momenti diversi, ma perfettamente compatibili, l'imprenditrice agricola riesce ad alimentare la produzione di lombrichi attraverso le deiezione delle galline fermentate, che a loro volta possono alimentarsi con i lombrichi in esubero, chiudendo così il ciclo dei nutrienti. 

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