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Venerdì, 26 Aprile 2024
IL PUNTO

Il futuro di Talete è appeso a un filo, quello del ricorso al Tar: le paure di Genova e Romoli si scontrano con la determinazione di Frontini e Giulivi

Talete rischia di fallire, ma nel frattempo lo scontro si fa duro e le fratture tra i sindaci sembrano insanabili. Da una parte la politica, dall'altra i civici. Nel mezzo l'amministratore unico della società che accusa: "Giocate sulla nostra pelle"

È praticamente impossibile pronosticare quale sarà il futuro di Talete. Giovedì all'assemblea Ato è calato il sipario sull'ultimo atto, in ordine di tempo, della telenovela. Ma già tra una settimana il destino della società che gestisce il servizio idrico in quasi tutta la provincia di Viterbo sarà decisamente più chiaro. In un modo, o nell'altro.

Che il fallimento sia dietro l'angolo non è certo la stampa a dirlo, ma gli stessi Alessandro Romoli, presidente della provincia (che detiene il 12% delle quote azionarie) e l'amministratore unico di Talete, Salvatore Genova. "L'irresponsabilità di qualcuno rischia di far fallire la società", ha detto il primo. Mentre il secondo, se vogliamo, è stato ancor più chiaro: "Se non c'è unità d'intenti, allora è inutile proseguire". Insomma, con la spaccatura attualmente in atto, fare profezie o predizioni è molto difficile. Potrebbe succedere di tutto venerdì, quando l'Ato dovrà esprimersi nuovamente sulla privatizzazione, con i franchi tiratori pronti a colpire in entrambi gli schieramenti: sia in quello dei favorevoli che in quello dei contrari.

La pietra dello scandalo è il ricorso presentato che, senza nemmeno essere discusso dal Tar, ha de facto bloccato sia la vendita delle quote immesse sul mercato che l'ingresso dei comuni commissariati dalla Regione per entrare in Talete. Inoltre, essendo stato presentato senza sospensiva, il ricorso potrebbe avere un iter lunghissimo, si parla di mesi o addirittura di anni. Ciò significa che, durante tutto questo tempo, Talete - su cui gravano circa 32 milioni di bolletta, oltre alle morosità e alle incombenze da osservare con i fornitori - dovrà far tutto da sola. Perche l'Arera non discute il prestito da 40 milioni, chiesto quasi due anni fa, e Genova ha fatto sapere di non riuscire a rispettare i parametri per accedere al decreto legge Aiuti. 

E allora occorre capire per quale ragione Frontini, questo ricorso, l'abbia presentato assieme ad altri cinque sindaci. Per la leader civica, da quattro mesi alla guida di palazzo dei Priori, la decisione di aprire all'ingresso di un socio privato sarebbe stata presa quando il comune di Viterbo era senza rappresentanza politica. A quella riunione, difatti, prese parte (astenendosi) il commissario prefettizio Antonella Scolamiero, poichè Giovanni Arena era caduto e, appena dieci giorni dopo, avrebbe potuto partecipare a quell'assemblea la neoeletta Frontini. Però le cose sono andate diversamente e, nonostante il capoluogo non potesse esprimersi, gli altri sindaci hanno scelto di votare ad ogni costo. Una scelta che Frontini ha interpretato come una mancanza di rispetto, non tanto nei suoi confronti ma in quelli della città di Viterbo. E, sin dal primo giorno, aveva promesso che "se ci sarebbero stati tutti i crismi" avrebbe presentato ricorso al fine di ripetere la votazione.

Ebbene, come riportato ieri, Romoli ha optato per un contropiede repentino e ha indetto la ripetizione dell'assemblea per venerdì prossimo. Frontini ha accettato di buon grado, ma ha fatto sapere di voler visionare la due diligence (chiesta e mai arrivata) prima di votare. In questo senso Genova l'ha assecondata, facendo comunque sapere che quel documento "dice poco e niente, solo che i conti sono ok e la società è in buona salute". Per questo, il sindaco viterbese ha annunciato di voler formare un pool di esperti, forse per visionarie le carte del controllo analogo. Ma la vera notizia, finora passata sottotraccia, è quella che vede Talete aver presentato ben 184 milioni di euro per pogetti legati al Pnrr: i finanziamenti, per Genova, possono essere presi da quella somma. Eppure, come sottolineato anche dagli uffici contabili della Provincia, la Spa ha bisogno di iniettare liquidita, non di fare investimenti. I quali, peraltro, potrebbero anche rivelarsi azzardati, visti i tempi correnti.  

Dunque, non resta che aspettare. Non è da escludere che l'assemblea fissata per la prossima settimana possa slittare ad un'altra data, così come non sono da escludere clamorosi ribaltoni dell'ultimo minuto.

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