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VOLER ESSERE LA CITTÀ DEL CINEMA MA SENZA CINEMA... / Centro Storico / Via Teatro del Genio

IL PROGETTO | "Una cordata di imprenditori per fare del cinema Genio un centro culturale polivalente"

L'idea dell'assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi, ma la strada per il recupero del cinema - teatro comunale chiuso da undici anni è tutta in salita

Voler diventare la città del cinema (Viterbo è già parte della Tuscia terra di cinema) ma senza avere un cinema. Un bel paradosso. Un paradosso di cui ne è pienamente consapevole anche l'assessore alla cultura, nonché vicesindaco, Alfonso Antoniozzi. "È una ferita orrenda che a Viterbo non ci sia uno spazio in cui fare cinema - dice -. E lo è ancora di più oggi, con le case di produzione che stanno mostrando un interesse crescente verso la nostra città come set cinematografico. A breve, infatti, verranno a girare in centro, al Bullicame e in periferia per un film su tombaroli e politica".

Serve una rivoluzione. Ma da dove partire? Antoniozzi cita il cinema Corso. Ma lo esclude subito: "Ha dei problemi strutturali importanti", sottolinea. Il cinema Corso, così chiamato per la sua ubicazione nel corso cittadino, poco prima di piazza del Teatro, ha una storia antichissima. Chiesa di San Matteo in Sonza fino al 1870, dopo essere stata sconsacrata venne trasformata in una sala con cinematografo. Negli anni '70 del Novecento comincia però il suo declino, fino alla chiusura agli inizi del 1980. E da allora il cinema Corso è lì, su corso Italia, inutilizzato e in stato di abbandono.

Resta quindi il Genio, quel cinema - teatro chiuso dal 2011 e per il quale Antoniozzi ha le idee più chiare. "Deve diventare - spiega - un centro culturale polivalente che abbia al suo interno una piccola sala cinematografica che trasmetta film di qualità". Un progetto importante insomma. "Avere un progetto è importante - aggiunge Antoniozzi -, per non creare una cattedrale nel deserto. Ossia, per non fare sforzi di restauro e di restituzione con il rischio di continuare a lasciare quel luogo chiuso. Ecco, questo non servirebbe proprio a niente".

Ma la strada per il recupero del Genio è sempre più in salita. Il locale, in via Teatro del Genio, traversa di via Dell'orologio vecchio, è di proprietà del comune. Un tempo aveva ottocento posti, oggi è nel degrado. "L'investimento da fare è più che importante - ammette Antoniozzi - e il comune non ha margini di possibilità". L'ultima stima, risalente agli inizi dello scorso anno, parla di interventi per non meno di 800mila euro. "Serve - sostiene Antoniozzi - una cordata di imprenditori che possa aiutare la città a risanare questa ferita".

Una cosa del genere la tentò anche la precedente amministrazione guidata da Giovanni Arena, ma alla fine fu costretta a incassare un bel nulla di fatto: l'associazione che si era mostrata interessata a prendere il Genio in comodato d'uso, dopo averlo visto si mise le mani tra i capelli. C'è da spenderci troppo.

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