Delitto Bramucci, killer pronti a comprarsi casa con i soldi dell'omicidio
Il comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Friano: "Presi contatti con agenti immobiliari"
Pronti a comprarsi casa con i soldi dell'omicidio i killer di Salvatore Bramucci. "Dopo la spartizione del malloppo - rivela il comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Friano - hanno preso contatti con agenti immobiliari per comprare un'abitazione di un certo peso economico, a fronte di proventi familiari assolutamente inconsistenti".
Il denaro sarebbe finito nelle mani dei sicari, pronti a investirlo nel mattone per nasconderli, tramite Constantin Dan Pomirleanu. È il compagno della cognata della vittima (Sabrina Bacchio, ritenuta la pianificatrice del delitto), da giovedì in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Il 34enne, secondo gli inquirenti, "si è occupato della distribuzione dei compensi agli esecutori materiali e ha partecipato al reclutamento del gruppo di fuoco".
Insieme a lui è stato arrestato anche Alessio Pizzuti, 35 anni, finito ai domiciliari con il braccialetto elettronico. "Vicino agli altri due arrestati ritenuti tra coloro che hanno premuto il grilletto (Tonino Bacci e Lucio La Pietra, ndr), ha partecipato fattivamente alla fase preparatoria. Sino a poche ore prima del fatto di sangue venendo, di fatto, pienamente coinvolto nell'omicidio", affermano gli investigatori.
Con l'esecuzione di queste due misure di custodia cautelare si chiude, di fatto, l'indagine, durata un anno e mezzo, sull'omicidio di Soriano nel Cimino del 7 agosto 2022. Un delitto che sarebbe "costato" almeno 30mila euro, presumibilmente pro capite. Tanto sarebbe stato pattuito con i killer, secondo gli inquirenti, dalle sorelle Bacchio. Oltre a Sabrina, infatti, coinvolta anche Elisabetta. È la moglie di Bramucci, ritenuta l'ideatrice dell'assassinio. "La visita costicchia - scrive Sabrina in un messaggio Whatsapp alla sorella -. Il professore che ti vorrebbe operare vuole 30". Per chi ha indagato, "il professore" è Bacci mentre "30" i 30mila euro che avrebbe chiesto per portare a termine l'azione.
Due al momento le inchieste. Una con le sorelle Bacchio e i sicari Bacci e La Pietra, già davanti alla corte di assise del tribunale di Viterbo. La seconda con Pomirleanu e Pizzuti, che potrebbe sfociare in un nuovo procedimento. Pende in Cassazione, invece, la posizione del settimo indagato: Ismail Memeti.