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Lunedì, 29 Aprile 2024
TRIBUNALE / Montefiascone

Massacra di botte e stupra la compagna: "Ringrazia che non ti ho sotterrata". Condannato a 15 anni di carcere

L'uomo è stato condannato per violenza sessuale, a cui sono stati aggiunti quasi 3 anni per lesioni e maltrattamenti. Il drammatico racconto della donna: "Costretta a letto per due giorni"

Condannato a quasi 15 anni di carcere per aver massacrato di botte e stuprato la compagna. Il collegio dei giudici del tribunale di Viterbo ieri, martedì 19 marzo, ha inflitto all'uomo, 39enne, 12 anni per violenza sessuale a cui sono stati aggiunti, in continuazione, i 2 anni, 8 mesi e 20 giorni per lesioni e maltrattamenti sulla donna che già sta scontando in via definitiva a Mammagialla. Per un totale, dunque, di 14 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione.

La violenza sessuale risale alla notte del 17 ottobre 2019 dopo che la coppia, che viveva a Montefiascone e che ha avuto una relazione di un anno e mezzo, aveva trascorso la serata fuori casa. "Dovevamo andare a cena fuori - ha ricostruito la vittima, 30 anni, nell'udienza precedente - ma prima di arrivare al ristorante ci siamo fermati a fare un aperitivo. Quando siamo ripartiti, però, lui era arrabbiato perché diceva che gli avevo mancato di rispetto davanti al barista. Così ha fermato l'auto in una stazione di servizio e mi ha riempito di calci e pugni. Sono caduta a terra più volte. Lui urlava, mi diceva di rialzarmi e che mi avrebbe voluto appendere ai ganci del mattatoio. Poi mi ha raccolto, portato a casa e chiuso in bagno dove mi ha violentata. Quando ha finito, mi ha detto che avrei dovuto ringraziarlo per non avermi sotterrata al distributore".

Dopo quella notte la 30enne si è chiusa in camera. "Stavo malissimo - racconta -, sono stata a letto per due giorni e non mangiavo perché non riuscivo ad alzarmi. Con lui che mi portava rose e porchetta per farsi perdonare". La donna ha poi trovato la forza di chiedere aiuto al fratello che l'ha portata al pronto soccorso di Belcolle dove è stato attivato il percorso rosa e sono scattate le indagini dei poliziotti della squadra mobile di Viterbo.

Davanti al collegio dei giudici presieduto da Jacopo Rocchi l'imputato, difeso dall'avvocato Domenico Gorziglia, ha negato la violenza sessuale. "Nessuno stupro - ha detto -. Discutevamo, lei scappava e io non sapevo dove andava. Andava in escandescenza e sono volati degli schiaffi". Il processo si è concluso con una condanna a quasi 15 anni di carcere.

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