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GIUDIZIARIA

Il boss di mafia viterbese a processo per riciclaggio di gioielli ed evasione da 100mila euro: "A lui ho venduto l'oro di mia suocera e dei miei figli"

Davanti ai giudici del tribunale di Viterbo la testimonianza di una ex cliente

Per i suoi compro oro sarebbero passati, secondo l'accusa, quattro chili di gioielli rubati e lui avrebbe evaso 100mila euro di tasse. Giuseppe Trovato, boss di Mafia viterbese, è a processo davanti al tribunale di Viterbo per evasione fiscale e riciclaggio. Sui registri contabili e gli atti di vendita delle attività di cui era titolare, hanno indagato le fiamme gialle riscontrando presunte anomalie nella compilazione dei moduli rilasciati ai clienti al momento della vendita. Ossia firme diverse o mancanti, correzione di dati quali il peso e il prezzo dell'oro.

"Al compro oro ho venduto beni per circa 3mila euro. Non mi è mai stata chiesta la provenienza, ma erano i gioielli di mia suocera e i regali della comunione e della cresima dei miei figli". A raccontarlo in aula, davanti al collegio dei giudici presieduto da Elisabetta Massini, è una ex cliente dell'attività. "Ho sempre contrattato con delle donne - continua -. Erano loro che compilavano i documenti che io poi firmavo. Per il pagamento, che avveniva in contanti, invece, arrivava un uomo che ricordo chiamarsi Giuseppe". La testimone riconosce Trovato, videocollegato dal carcere di Nuoro dove si trova al 41-bis.

La lunga e meticolosa indagine della guardia di finanza - che si è concentrata su cinque anni: dal 2013 al 2018 - si è sviluppata in concomitanza con quella dei carabinieri. L'operazione Erostrato, coordinata dalla Dda di Roma, che a gennaio del 2019 ha portato all'arresto del 46enne per associazione a delinquere di stampo mafioso. Le fiamme gialle hanno passato al setaccio i tre compro oro di cui Trovato era all'epoca titolare: quello di viale Francesco Baracca, di via della Palazzina e di via Garbini.

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