rotate-mobile
Politica

I disagi tra i giovani crescono, gli psicologi mancano. Nel Lazio è emergenza salute mentale

Servono nuove assunzioni, psicologi di prossimità, liste d'attesa adeguate alle necessità della cittadinanza. La lettera appello della Cgil Roma e Lazio

Ansia, depressione, hikikomori, emersione di nuove patologie connesse alle dipendenze da internet, alimentari, da sostanze stupefacenti. I dati che provengono dai servizi di salute mentale sui territori raccontano di un quadro preoccupante sul piano psicologico e psichiatrico specie per quanto riguarda la fascia dei più giovani. Servono nuove assunzioni, psicologi di prossimità, liste d'attesa adeguate alle necessità della cittadinanza. A lanciare un appello al presidente della Regione Francesco Rocca è la Cgil Roma e Lazio.

"La salute mentale ha visto, in particolare a seguito della pandemia da covid 19, un notevole inasprirsi delle sintomatologie riguardanti l'assetto psichico delle persone, a fronte di un crescente depauperamento di personale, dovuto al mancato turn-over, anche in questa Regione troppo spesso per esigenze di budget" scrivono in una lettera aperta il segretario generale Natale Di Cola e il segretario Giancarlo Cenciarelli di Fp Cgil Roma e Lazio. 

Hikikomori

C'è il fenomeno cosiddetto "hikikomori", a cui la sezione Dossier di RomaToday ha dedicato una specifica inchiesta. Sempre più ragazzi chiusi in casa e immersi nella realtà virtuale. Nella Capitale sono oltre 500 quelli censiti dall'associazione Hikikomori Italia Genitori. Circa 600 in tutto il Lazio. Hanno un'età che va dai 12 anni fino, addirittura, ai 40. Isolamento in casa, dipendenza da videogiochi e assenza da scuola sono gli elementi comuni alle varie storie. Anche se non si tratta di una condizione riconosciuta a livello medico, questi ragazzi rientrano tra gli studenti con i cosiddetti Bisogni Educativi Speciali (BES), ovvero coloro che richiedono un trattamento particolare a causa di problematiche temporanee, difficoltà permanenti documentate da un medico specialistico, o disturbi generici che non rientrano in specifiche patologie.

La dipendenza da "editing"

La dipendenza affettiva invece riguarda più specificatamente il genere femminile, così come la dipendenza da "editing", consistente nella compulsiva ricerca della perfezione fisica attraverso foto-ritocco e ossessiva cura del corpo e dell'aspetto fisico. Sempre i sindacati parlano di "aumento del consumo di farmaci, violenze familiari e di genere e suicidi significativo per comprendere come i problemi psichici della popolazione siano strettamente connessi anche all'esperienza post-pandemica e post-traumatica".

Gli stati depressivi negli operatori sanitari

Non solo giovani poi al capitolo dei disturbi mentali e disagi psicologici. La pandemia non ha prodotto conseguenze negative solamente su nuove fasce di popolazione. Anche gli operatori sanitari sono stati colpiti e hanno quindi sperimentato ansia, depressione, senso di inadeguatezza, volontà di abbandonare il lavoro. Se infatti "il sistema salute ha reagito fattivamente all'imprevedibile pandemia, ma i singoli hanno dovuto ricorrere alle cure mediche e psicologiche come mai era avvenuto nel passato - si legge nella lettera della Cgil - la richiesta di aiuto psicologico è aumentata in misura esponenziale, la stessa professione psicologica ha sperimentato un cambio di immagine nel sentire comune".

La carenza di psicologi

Insomma, le necessità crescono e parimenti l'amministrazione pubblica non riesce a rispondere in maniera adeguata. Cresce il numero di cittadini che si rivolge agli psicologi on line, vedi i tanti professionisti del Lazio iscritti sul portale UnoBravo, dove il costo della singola seduta è calmierato rispetto al mercato privato classico, mentre gli psicologi, nelle Asl, mancano. Dalla Regione, nell'era Zingaretti, è stato attivato un servizio psicologico di base in ognuno dei 46 distretti sanitari del Lazio, uno psicologo di base in ogni territorio, sulla scia di quanto avvenuto in Campania e Lombardia, con un finanziamento di 6,4 milioni di euro. Un'iniziativa lodevole ma che non copre se non in minima parte il fabbisogno. 

Come raccontato in un'altra inchiesta di Dossier, stando ai dati del triennio 2018-2020, gli ultimi disponibili, il panorama è più che desolante. Nel sistema sanitario laziale sarebbero venuti meno 235 professionisti, per i pensionamenti di una categoria la cui età media, nel pubblico, si aggira intorno ai 60 anni. A Roma, tra ASL e ospedali, gli psicologi da sostituire, solo in quel triennio, sarebbero 163, con la sola ASL Roma 1 che necessiterebbe di 61 figure professionali di questo tipo. Parliamo, in questo caso, di psicologi che intervengono in diversi momenti dei percorsi di salute e lavorano in molti reparti del servizio sanitario pubblico. In tutto questo mille professionisti sono stati selezionati nei concorsi 2020 e 2021, ma le liste sono bloccate: gli idonei denunciano stabilizzazioni di contratti temporanei, senza passare per alcuna procedura pubblica. 

L'appello a Rocca

"Mai come in questo periodo storico è necessario rilanciare l'idea di prevenzione e cura della salute mentale dei cittadini in ambito pubblico e attraverso operatori che vedano coniugato il concetto di valore pubblico ed etico della prestazione con il diritto ad un giusto regime di tutele che solo un contratto collettivo nazionale di lavoro può riconoscere" commentano ancora dalla Cgil Roma e Lazio. "Per questo chiediamo che accanto alle giuste ed opportune stabilizzazioni degli operatori sanitari precari assunti con contratti a termine, si debba dar corso alle assunzioni di psicologi dalle graduatorie "aperte" dei pubblici concorsi oggi presenti nel Lazio, prima che decorrano i tempi di validità".


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I disagi tra i giovani crescono, gli psicologi mancano. Nel Lazio è emergenza salute mentale

ViterboToday è in caricamento