rotate-mobile
Cronaca

Suicida in carcere il compagno di Ylenia Lombardo: l'aveva uccisa e data alle fiamme

La 33enne ha vissuto a Viterbo, dove si trovano genitori e figlia piccola. Andrea Napolitano stava scontando l'ergastolo

Suicida in carcere il compagno di Ylenia Lombardo: la 33enne, che ha vissuto a Viterbo, è stata uccisa e data alle fiamme nel 2021. Andrea Napolitano, 40 anni, ieri si è tolto la vita nel penitenziario napoletano di Poggioreale dove da marzo 2023 stava scontando l'ergastolo per l'efferato femminicidio: lasciò esanime Lombardo nel suo appartamento dove poi appiccò un incendio. Il corpo della donna è stato ritrovato carbonizzato.

Ylenia Lombardo e il legame con Viterbo

Il delitto a San Paolo Bel Sito, in provincia di Napoli, dove la 33enne si era trasferita per lavorare come badante e collaboratrice domestica. Originaria di Pago del Vallo di Lauro, nell'Avellinese, ha vissuto a Viterbo insieme ai genitori e alla figlia in un appartamento al quartiere Carmine-Salamaro. Nel capoluogo della Tuscia, dove era conosciuta e benvoluta, tornava spesso. E sarebbe dovuta tornare anche il giorno dopo il femminicidio per riabbracciare i genitori, la figlia che aveva 11 anni e gli amici. A Viterbo, nella chiesa della Sacra famiglia, sono stati celebrati i funerali e riposa.

Il femminicidio

La scoperta della tragica morte di Lombardo è avvenuta nel pomeriggio del 5 maggio 2021, quando dall'appartamento in cui viveva sono state avvistate fiamme e fumo che fuoriuscivano. A ritrovare il corpo carbonizzato sono stati i vigili del fuoco. Dopo lo spegnimento dell'incendio e durante la perlustrazione dell'appartamento, sono emerse  tracce di sangue e altri elementi che hanno spinto i carabinieri a non soffermarsi esclusivamente sull'ipotesi dell'incidente domestico ma a prendere in considerazione anche la pista dell'omicidio. 

La confessione di Napolitano

L'attenzione si è concentrata ben presto sul compagno della donna, che era in cura in un centro di igiene mentale. Stando a quanto raccontato da Napolitano agli investigatori, la sua furia omicida è scattata non ritrovando la carta prepagata con dentro circa 15mila euro. Pensando che fosse stata la 33enne a prenderla, ha iniziato a colpirla con calci e pugni. Poi, quando probabilmente l'aveva già uccisa, ha appiccato il fuoco nella sua camera da letto e l'ha rinchiusa nell'appartamento. Il 40enne, a quel punto, è tornato a casa per cambiarsi ed è andato a comprare un giubbotto simile a quello che indossava prima, strappato e sporco. I carabinieri hanno trovato le scarpe sporche di sangue sul terrazzo di casa, così come tracce ematiche sui pantaloni e sui pedali della bicicletta.

L'intervento del garante

Sulla tragedia è intervenuto il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive, Samuele Ciambriello: "Mi colpisce - afferma Samuele Ciambriello - la grande determinazione con cui il detenuto 40enne di Poggioreale si è suicidato. Era a rischio suicidario da un anno, era seguito e monitorato. Chi cura i malati mentali liberi o persone con sofferenza psichica? Il Dipartimento di salute mentale. Bene! Il Dipartimento di salute mentale è formato da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, oss. Dunque per curare la malattia mentale non occorre solo lo psichiatra, motivo per il quale anche in carcere per curare i malati mentali occorrono queste figure professionali, dunque una Unità operativa semplice dipartimentale di salute mentale. Così come esiste un Serd area penale, che è uguale a un Serd esterno, deve esistere una Unità operativa semplice dipartimentale di salute mentale in carcere".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Suicida in carcere il compagno di Ylenia Lombardo: l'aveva uccisa e data alle fiamme

ViterboToday è in caricamento