Rapinato e sequestrato in centro, arrestato il terzo elemento della banda | FOTO e VIDEO
La polizia aveva già denunciato gli altri due componenti del gruppo criminale che aveva picchiato brutalmente la vittima per sottrargli denaro e telefono cellulare
Nella giornata di ieri personale della polizia di Stato del commissariato di pubblica sicurezza “San Basilio” di Roma ha tratto in arresto un 32enne di nazionalità nigeriana in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Viterbo. Lo straniero lo scorso 10 settembre, unitamente ad altri due soggetti, aveva rapinato e sequestrato a Viterbo un cittadino pakistano, dandosi poi alla fuga e facendo perdere le proprie tracce.
VIDEO | Rapina in centro: vittima accerchiata, pestata e lasciata a terra
Nell’immediatezza dei fatti gli operatori della squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo, accorsi sul posto, avevano subito individuato e denunciato gli altri due componenti del gruppo criminale che aveva picchiato brutalmente la vittima per sottrargli denaro e telefono cellulare.
La successiva attività investigativa ha portato all’individuazione del terzo uomo che, nel frattempo, aveva trovato rifugio nel quartiere romano di “San Basilio” dove ha continuato a delinquere nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti. E’ stato così risolto un grave fatto criminale che aveva destato particolare allarme sociale nel capoluogo viterbese, soprattutto per le modalità violente con le quali era stato consumato, che peraltro erano state anche riprese da alcuni cittadini con le immagini poi diffuse attraverso la pubblicazione sui social.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva