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LA SENTENZA

Ragazzina stuprata più volte nel b&b, 16 anni di carcere al buttafuori conosciuto in discoteca

Maxi condanna del tribunale di Viterbo. La procura aveva chiesto 13 anni di reclusione paragonando la vicenda alla "trama di un film dell'orrore"

La procura aveva chiesto tredici anni di carcere paragonando la vicenda alla "trama di un film dell'orrore". Il tribunale ne ha aggiunti tre, condannandolo a sedici anni di reclusione. È la pena che il collegio dei giudici, presieduto da Eugenio Turco, ha inflitto al buttafuori che ha sequestrato e più volte stuprato nei bed and breakfast una ragazzina minorenne conosciuta in discoteca. Lui, 21enne di Pomezia, attualmente ha l'obbligo di dimora nel comune in cui vive e quello di presentarsi alla polizia giudiziaria con la prescrizione di restare a casa la notte e per un paio di ore la mattina. Il tribunale, infatti, nei giorni scorsi ha rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla pm Chiara Capezzuto dopo che l'imputato è stato giudicato capace di intendere e di volere e dunque incompatibile con il ricovero nella Rems in cui si trovava perché precedentemente ritenuto seminfermo di mente.

La requisitoria della pm

Sulla "piena capacità di intendere e di volere" e sulla "elevata abilità di manipolazione" del 21enne la pm ha incentrato tutta la sua requisitoria. "Ha programmato le proprie azioni con anticipo e lucidità - ha detto il magistrato -, conscio di ciò che sarebbe stato. Nonostante la fugace presentazione in discoteca, in poco tempo è riuscito a reperire informazioni sulla vita della ragazza e a rintracciarla su Instagram. L'ha minacciata facendo riferimento anche ai suoi familiari e facendole credere che il proprio padre era un 'pezzo grosso' che avrebbe potuto rovinarla. È riuscito a far cadere nel suo inganno non solo la vittima ma anche i suoi genitori, mostrandosi prima come un bravissimo ragazzo per poi trasformarsi in una persona aggressiva e irascibile. Ciò ha creato in tutti loro uno stato di confusione sulle proprie capacità di discernimento".

I fatti

A dicembre 2019, dopo aver conosciuto la giovane di 17 anni in una discoteca di Roma in cui lavorava come addetto alla sicurezza, l'ha scovata sul social network riuscendo in pochi giorni a infilarsi in casa sua e a presentarsi ai genitori come il fidanzato. Il primo incontro tra i due avviene, di pomeriggio, in un bar nel comune del Viterbese in cui la 17enne vive. "È lì - evidenzia la pm - che ha inizio questo incubo che si protrae per giorni". Il ragazzo la priva del cellulare e la costringe a seguirlo in un vicino b&b dove la picchia, la minaccia e la violenta. "Dopo questo brutale atto - aggiunge il magistrato -, si mostra nuovamente gentile e porta la giovane a cena fuori". Ma a fine serata la stupra di nuovo. Così come nei giorni successivi, prima in un b&b di Pomezia e poi in un altro di Roma. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati i genitori della 17enne: hanno visto i lividi su collo, braccia e coscia e le ustioni di sigaretta sulla mano della figlia che, in lacrime, ha iniziato a raccontare dei soprusi.

La condanna

Il 21enne - difeso dall'avvocato Luigi Mancini - è stato arrestato due volte, l'ultima delle quali nella primavera del 2020 in pieno lockdown da Coronavirus. La ragazzina viterbese, costituitasi parte civile insieme ai genitori, non sarebbe stata la sua unica vittima. Lui, infatti, avrebbe usato lo stesso "approccio" anche con una giovane romana, pure lei non ancora maggiorenne e notata sempre in discoteca e poi contattata sui social. L'imputato è finito a processo per violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e lesioni, con l'aggravante della crudeltà. Ieri pomeriggio, al culmine di una lunga udienza tra discussione delle parti e camera di consiglio, il tribunale di Viterbo lo ha condannato in primo grado a sedici anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 10mila euro alle parti civili. È stata, inoltre, disposta la misura della sorveglianza speciale per tre anni. L'imputato ieri era presente in aula.

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