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IL RACCONTO / Civita Castellana

Il viterbese che ha dato 123mila euro alla santona di Trevignano: “Il vescovo Rossi ha accreditato i miracoli, conosceva Cardia”

I messaggi inquietanti alle sedute, i bonifici da migliaia di euro e il ruolo della Chiesa: il racconto del 70enne viterbese vicino alla veggente

Luigi Avella ha 70 anni, è un regista, laureato in Giurisprudenza alla Lumsa e pure ex funzionario del ministero dell'Economia. Nel 2017 ha girato un film su Santa Rosa, la patrona di Viterbo. È lui il primo pentito ad accusare la sedicente veggente Gisella Cardia sul caso della “Madonna di Trevignano”, l'oscura vicenda a sfondo religioso che sta facendo parlare tutta Italia e sulla quale sta indagando la procura di Civitavecchia. Mentre in tutto il Paese si discute sul presunto miracolo e sulle ancor più presunte apparizioni, la veggente è sparita. Paolo Brosio, a Pomeriggio Cinque, ha riferito di essersi messo in contatto con il legale della donna, che ora si troverebbe a Torino. 

Avella in questi giorni è stato intervistato dal Corriere della Sera, da Repubblica e da molti altri giornali nazionali. Ha raccontato ai cronisti dettagli e retroscena inediti e, per certi versi, clamorosi, gettando dubbi sul rapporto che intercorreva tra la Cardia e la Curia, in particolare quella viterbese. Il 70enne spiega di aver conosciuto Maria Giuseppa Scarpulla (questo il vero nome della veggente) nel 2018, quando stava girando un film sulla religione. Da lì è nata dapprima un'amicizia, piuttosto profonda, poi l'avvicinamento al gruppo dei fedeli di Trevignano. In una delle sedute, Avella riporta una frase, abbastanza inquietante, pronunciata da Cardia: “La Madonna avrebbe abbandonato chiunque non fosse andato sulla collina". La collina in questione è quella del campo delle rose, il luogo immerso nel parco di Bracciano e Martignano in cui, ogni tre del mese, i devoti si radunavano per venerare la famosa statua della Vergine piangente.

Luigi Avella e Gisella Cardia-2

Passano due anni e, tra febbraio, giugno e settembre 2020, in pieno Covid, Avella versa la bellezza di 123mila euro all'associazione di Cardia, 30mila direttamente al marito. “Ero convinto servissero per qualcosa”, si giustifica il regista. Il quale, tuttavia, improvvisamente si sveglia e realizza: “Dei cavalli erano entrati nell'area sulla collina delle apparizioni, serviva sistemare e mettere delle recinzioni, quindi mi chiesero di provvedere ma capii che si sarebbe trattato di un abuso edilizio. Sono laureato in legge e l'autorizzazione non era in regola”. Preso dallo sconforto e dall'amarezza, Avella abbandona il gruppo e scrive un libro, una sorta di dossier sulle “false apparizioni di Trevignano” che viene consegnato all'allora vescovo della Diocesi di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi. Lo stesso vescovo che, al fianco della santona, pronuncia la messa e benedice i fedeli con la presunta statua della Madonna che stilla sangue. E qui, il 70enne tira in ballo l'episcopo, gettando pesanti ombre sul rapporto tra la Chiesa e la Cardia.

Romano Rossi, ex vescovo di Civita Castellana, celebra messa e benedice i fedeli con la statua della Madonna di Trevignano-4

“Rossi non mi ha mai risposto - dice Avella al Corriere - ed è questo il problema originario, il ruolo della Chiesa. Tutti, anche il mio collega che per primo me ne parlò, dicevano che questa donna era conosciuta dal vescovo, del resto ogni settimana dicevano il rosario in parrocchia. Non voglio passare per allocco: il miracolo delle lacrime era accreditato dall'ex vescovo e io, vedendo il buon rapporto che aveva con Gisella, mi sono fidato di lei”. Insomma, la santona e il monsignore si conoscevano, perlomeno a detta degli adepti. E, fino a quando Rossi non ammetterà che si trattava di una messinscena, Avella non denuncerà. 

La Diocesi di Civita, ora, sta indagando sul caso delle apparizioni e, soprattutto, sul miracolo delle lacrime, che sarebbero compatibili con sangue di maiale secondo l'analisi di un investigatore privato. Il successore di Rossi, il vescovo Marco Salvi, ha annunciato che a breve arriveranno i risultati della commissione. Fino a quel punto, l'intera Diocesi sarà in silenzio stampa. Nel mentre, emergono dettagli sulla composizione della commissione: non ci sono esponenti dell'amministrazione clericale viterbese, bensì un teologo, un mariologo, uno psicologo, un canonista, medici legali, economi, esperti di trucchi scenici ed un esorcista. Quest'ultima figura, risultante dall'Osservatorio sui fenomeni mistici della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, servirà a capire se nei messaggi di Gisella si nasconda o meno l'influenza del Maligno”. 

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