rotate-mobile
GIUDIZIARIA

Mazzette alla camera mortuaria di Belcolle, processo prescritto: 10 anni fa l'inizio delle indagini

Né colpevoli né innocenti i quattordici imputati, tra necrofori e impresari funebri, accusati di aver chiesto e dato mazzette per i funerali

Mazzette alla camera mortuaria per accparrarsi i funerali, processo prescritto. Né colpevoli né innocenti i quattordici imputati, tra necrofori di Belcolle e titolari di pompe funebri, accusati di corruzione in concorso e concussione per induzione per aver fatto, secondo l'accusa, business con i morti. I reati sono andati in prescrizione e ieri il collegio dei giudici del tribunale di Viterbo ha decretato la morte del processo. Nessuna assoluzione nel merito, come invece aveva sollecitato l'avvocato Marco Russo per il suo assistito.

Secondo l'accusa, i titolari delle pompe funebri avrebbero pagato ai necrofori di Belcolle mazzette da 50 euro per ogni morto dell'ospedale così da accaparrarsi i loro funerali. Il processo è nato dall'inchiesta "Anubi", datata dieci anni fa condotta dai carabinieri e coordinata dalla pm Paola Conti.

Il 9 maggio 2014 sono stati arrestati tre necrofori di Belcolle, finiti ai domiciliari. Secondo l'accusa, in qualità di incaricati di pubblico servizio, avrebbero intascato mazzette da 50 euro a salma per segnalare ai titolari delle agenzie funebri i decessi avvenuti in ospedale così da garantire loro una sorta di monopolio delle esequie. Il tutto sarebbe avvenuto all'interno della camera mortuaria di Belcolle.

Inizialmente la procura aveva ipotizzato il reato di induzione per costrizione. Così come in principio erano quindici gli imputati: tre necrofori e tutti gli altri titolari di pompe funebri. Sono diventati quattordici dopo la morte di uno dei responsabili della camera mortuaria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mazzette alla camera mortuaria di Belcolle, processo prescritto: 10 anni fa l'inizio delle indagini

ViterboToday è in caricamento