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GIUDIZIARIA

Carcere di Mammagialla | Detenuto ucciso in cella, rinviato a giudizio agente della polizia penitenziaria

Il collega con cui era stato indagato, invece, è stato assolto per non aver commesso il fatto

Quel detenuto non avrebbe dovuto condividere la cella con nessuno perché pericolosissimo. Invece è stato messo in carcere con un 61enne massacrato a colpi di sgabello finché non è morto. Nell'ambito del delitto di Giovanni Delfino, il gup del tribunale di Viterbo ha rinviato a giudizio un responsabile della polizia penitenziaria di Mammagialla accusato di omicidio colposo. Il processo prenderà il via a metà giugno davanti alla giudice Daniela Rispoli.

Per la procura, rappresentata in aula dal pm Michele Adragna, l'agente non poteva non sapere della pericolosità dell'omicida, che sarebbe dovuto stare in cella da solo. Così come non poteva non sapere che in quel momento in carcere erano disponibili proprio due celle singole. Il poliziotto è difeso dall'avvocato Giuliano Migliorati. Il collega con cui era stato indagato, invece, è stato assolto per non aver commesso il fatto: lui, difeso dall'avvocato Marco Russo, aveva chiesto il processo con rito abbreviato. Di fatto, la gup Savina Poli ha accolto tutte le richieste della procura.

Giovanni Delfino è stato ucciso il 29 marzo 2019 dal compagno di cella Singh Khan, indiano di 36 anni. Lo ha massacrato a colpi di sgabello finché non è morto. Se in primo grado è stato condannato dalla corte di assise di Viterbo a 14 anni di reclusione, la corte di appello di Roma ha ridotto la pena di due portandola a 12 anni.

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