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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'INDAGINE / Soriano nel Cimino

"Siamo boss mafiosi": la "bugia" per estorcere soldi a un giovane animatore

Coppia denunciata dai carabinieri all'esito delle indagini scattate dopo la querela della vittima a cui sono stati "spillati" 2mila euro

"Siamo molto vicini a boss mafiosi di elevato spessore". Ma era tutta una "bugia" per estorcere soldi a un giovane animatore turistico viterbese a cui sono stati "spillati" 2mila euro, finché la vittima non ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri. Lunedì sera, 18 marzo, i militari di Soriano nel Cimino hanno denunciato i presunti responsabili: un uomo di origini siciliane e da una donna dell'Est Europa.

Dalle indagini è emerso che la coppia, conosciuta dal giovane nell'estate del 2023 in un villaggio turistico, avrebbe cercato di ottenere denaro millantando di appartenere a un'organizzazione mafiosa. Inizialmente i due si sarebbero avvicinati alla vittima in modo cordiale, chiedendo prestiti che avrebbero promesso sarebbero stati restituiti. Ma con il passare del tempo le richieste sarebbero diventate sempre più minacciose e aggressive, fino a costringere il giovane a versare 2mila euro tramite bonifici. Soldi che non sono mai stati restituiti.

"Il reato di estorsione - sottolineano i carabinieri - non colpisce le vittime solo economicamente, ma ha anche un impatto psicologico devastante. Le persone coinvolte possono sentirsi minacciate e impaurite, vivendo in costante ansia e paura per la propria sicurezza". Non a caso la coppia avrebbe minacciato il giovane di essere molto vicini a boss mafiosi di elevato spessore, proprio per coartarlo e continuare a estorcere denaro.

Fortunatamente in questo caso la vittima ha trovato il coraggio di rivolgersi ai militari che hanno messo fine alla vicenda. Uno dei due presunti responsabili, tra l'altro, è attualmente detenuto in carcere per reati analoghi.

"L'estorsione - commentano i carabinieri - è un reato odioso e pericoloso che non deve essere sottovalutato, non a caso punito molto severamente dall'ordinamento con una pena fino a 10 anni di reclusione. La collaborazione dei cittadini con le forze dell'ordine è fondamentale per contrastare efficacemente questo fenomeno e garantire la giustizia e la legalità".

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