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GIUDIZIARIA

Rapina in gioielleria, ok dei giudici alle intercettazioni che incastrano boss e ristoratore

Partito il processo a Giuseppe Trovato, Antonio Loria e a una complice per il colpo a mano armata da 100mila euro alla gioielleria Bracci

Via al processo a Giuseppe Trovato, boss di Mafia viterbese, e al ristoratore campano Antonio Loria per la rapina a mano armata alla gioielleria Bracci di piazza del Teatro. Ieri mattina la prima udienza, quella dell'ammissione delle prove, al tribunale di Viterbo. Ok dei giudici all'acquisizione delle intercettazioni telefoniche tra Trovato e Loria, ritenute dall'accusa prova regina perché di fatto incastrerebbero i due.

Nel 2018, quando il colpo è stato messo a segno, Trovato, titolare di tre compro oro nel capoluogo, era monitorato dai carabinieri nell'ambito dell'operazione antimafia Erostrato: ora sta scontando la pena, per associazione a delinquere di stampo mafioso, nel carcere di Nuoro al 41-bis.

Quella alla gioielleria Bracci è stata una rapina da 100mila euro tra monili e incassi, messa a segno all'ora di pranzo del 14 marzo di quattro anni fa. In quattro hanno fatto irruzione nel negozio legando i commessi con del nastro, sparando e ferendosi pure. Trovato, difeso dall'avvocato Giuseppe Di Renzo, sarebbe stato il mandante, oltre a mettere a disposizione degli esecutori materiali alloggi e mezzi per scappare e ad aver monetizzato la refurtiva. Loria, invece, assistito dal legale Samuele De Santis, sarebbe stato il basista: avrebbe dato ai malviventi indicazioni su come muoversi in città e all'interno della gioielleria tra cassaforte e cassetti da svuotare.

I due sono imputati per rapina aggravata insieme alla compagna di uno degli esecutori materiali che, incinta all'epoca dei fatti, avrebbe fatto da palo. A Jenela Grancea, questo il suo nome, 25 anni, viene contestato anche il concorso nella detenzione illegale della pistola usata durante il colpo. Loria, invece, è accusato pure di detenzione di cocaina ai fini di spaccio.

Gli esecutori materiali della rapina sono già stati condannati. Ignazio Salone, 50 anni, a otto anni e nove mesi di reclusione. Stefan Grancea, 31 anni, a undici anni e sei mesi di reclusione. La sorella Elena Grancea, 36 anni, a quattro anni.

Il processo è stato rinviato al 28 marzo 2023 quando i giudici, oltre a conferire al perito l'incarico per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche, ascolteranno i primi quattro testimoni citati dal pubblico ministero.

Trovato e il processo per riciclaggio ed evasione fiscale

Davanti al tribunale di Viterbo, ma in un altro processo, Trovato è imputato anche di riciclaggio ed evasione fiscale. Secondo l'accusa, per i suoi compro oro sarebbero passati quattro chili di gioielli rubati e lui avrebbe evaso 100mila euro di tasse. La Guardia di finanza ha indagato sui registri contabili e gli atti di vendita delle attività, riscontrando, tra il 2013 e il 2018, presunte anomalie nella compilazione dei moduli rilasciati ai clienti al momento della vendita. Ossia firme diverse o mancanti, correzione di dati quali il peso e il prezzo dell'oro. Nell'ultima udienza, che si è tenuta sempre ieri, si sono sedute al banco dei testimoni due ex clienti cui è stato chiesto di riconoscere o meno i monili mostrati in foto quali quelli che erano stati venduti, se le firme sugli atti di vendita erano le proprie, se le schede erano state compilate da loro o se erano state lasciate in bianco e quanto denaro avessero ricevuto dalla vendita. Nella prossima udienza altri tre testimoni del pm sfileranno davanti al collegio dei giudici.

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