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GESTIONE SERVIZIO IDRICO

Talete, FdI: "L'ingresso di finanziatori non è sinonimo di privatizzazione"

I consiglieri Laura Allegrini, Matteo Achilli e Antonella Sberna dopo il consiglio comunale sull'ingresso di privati nella società che gestisce il servizio idrico

"Talete, la partecipazione minoritaria dei privati nella gestione non determinerà alcuna privatizzazione né dell’acqua né della rete idrica né del sistema di gestione, in quanto rimarrà immutato il sistema di controllo da parte degli enti locali e il loro potere di indirizzo e di gestione". Così Laura Allegrini, Matteo Achilli e Antonella Sberna (Fratelli d'Italia Viterbo) dopo il consiglio comunale sull'ingresso di privati nella società che gestisce il servizio idrico in diversi comuni della Tuscia.

A sostegno della propria visione, i consiglieri di opposizione affermano che "sono numerosi gli esempi di società di gestione del servizio idrico nella quale la partecipazione dei comuni è maggioritaria, la cui efficienza ed efficacia è assolutamente evidente, anche in aree confinanti con la Tuscia". "Questa - proseguono i consiglieri - è comunque una eventualità scongiurabile ove il comune di Viterbo e la provincia, che sono i soci più grandi, decidano di ricapitalizzare per 40 milioni di euro, cifra corrispondente alla richiesta di finanziamento Arera e alle evidenti e prioritarie necessità della società Talete".

Quest'ultima è però una mossa improbabile per la stessa FdI. "Tenuto conto dell’impossibilità per i comuni di provvedere alla ricapitalizzazione necessaria alla realizzazione degli investimenti di cui il nostro territorio ha bisogno, necessari per migliorare il sistema di depurazione delle acque a vantaggio dei nostri laghi e litorali costieri e per abbattere le perdite idriche al fine di garantire a tutti l’approvvigionamento idrico, ed ai rischi connessi con l’eventuale chiusura o fallimento della società, ribadiamo la necessità della urgente ricapitalizzazione di Talete. Ricapitalizzazione societaria che si rende oltremodo necessaria per far fronte anche alle mutate esigenze aziendali e territoriali conseguenti all’ingresso dei nove comuni commissariati e degli altri venti comuni il cui ingresso si realizzerà entro il 30 settembre".

Allegrini, Achilli e Sberna concludono: "L'acqua non può essere considerata un bene commerciale ma è un bene comune della collettività, e va in ogni modo scongiurata la svendita di Talete a privati. Ma nel contempo, vista la complessità dell’ottenimento del finanziamento Arera, legato anche all’aumento delle tariffe, riteniamo che vada immessa liquidità nella società".

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