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Lunedì, 29 Aprile 2024
IL DATO

Agricoltura bio, la Tuscia trascina il Lazio: controlla la metà delle aziende e possiede il 42% delle coltivazioni

Il Viterbese guida le altre province della regione nel settore primario

In Italia il settore primario, ossia quello agricolo, è uno degli asset strategici più importanti dell’economia. Basti pensare che esistono oltre un milione di aziende e 12 milioni di ettari coltivati. Le imprese laziali sono 66mila, mentre la superficie utilizzata ammonta a 675 ettari. Negli ultimi anni è stato registrato un vero e proprio boom di operatori biologici e, in questo settore, il Lazio è una delle zone leader.

Nel Lazio gli operatori biologici sono infatti 5mila 122 aziende, il 6,35% del totale nazionale. Di questi, circa il 79% è composto da produttori esclusivi, l'11% da produttori-preparatori e il 10% da preparatori esclusivi. Rimane limitata la presenza di importatori, meno di 20 aziende.

Nel 2019, la superficie bio nel Lazio era di 144mila 35 ettari, stanto all’elaborazione Sinab, per un'incidenza sulla Sau regionale del 23,2%. Queste statistiche fanno del Lazio la terza regione in Italia, dopo Calabria e Sicilia, per incidenza della Sau bio sul totale della Sa regionale, e conta il 7,2% della Sau bio nazionale. In questo contesto, quello dell’agricoltura biologica, la Tuscia fa da traino.

La predominanza delle superfici bio regionali utilizzate è difatti in provincia di Viterbo, con il 42% di quella regionale e il 38% di quella totale. Seguono Roma con il 23% e Rieti con meno del 19%. Per quanto concerne la diversa incidenza dei raggruppamenti colturali a livello regionale per ogni provincia del Lazio, le differenze rilevanti che caratterizzano i diversi territori rispecchiano sostanzialmente gli indirizzi produttivi tipici dei medesimi, oltre a confermare quanto già noto rispetto alla specializzazione delle produzioni biologiche nelle varie province.

Da sottolineare la prevalenza dei seminativi a Viterbo (52%) rispetto alla media regionale del 36% e la conseguente ridotta incidenza del pascolo, in aggiunta all’importanza del comparto frutticolo sempre nel Viterbese (17%) rispetto a una media regionale del 12%. Il dato più clamoroso è però quello legato proprio al numero di aziende bio: nella Tuscia ne sono controllate quasi la metà di tutte quelle del Lazio (43%), percentuale che cresce a dismisura se si prende in considerazione la sola area nord (71%).

Questo sottolinea l’importanza strategica dei territori viterbesi nel mondo agricolo, oltre a certificare la qualità del lavoro degli agricoltori che ogni giorno curano la terra per produrre eccellenze inimitabili. 

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