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Lunedì, 29 Aprile 2024
EMERGENZA RIFIUTI

Ampliamento discarica di Monterazzano, Frontini: “I 36 mesi per smaltire i rifiuti romani sono scaduti, Viterbo dice basta”

Nel Consiglio straordinario Chiara Frontini promette barricate: “Ulteriore ampliamento della discarica sarebbe illegittimo”

Il Comune di Viterbo rinnova per l’ennesima volta la propria contrarietà all’ampliamento della discarica di Monterazzano. Nel Consiglio straordinario di stamani, aperto anche ad altri rappresentanti istituzionale, il sindaco Chiara Frontini si è rivolta direttamente al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, chiedendogli di prendere posizione e mantenere il patto stipulato in occasione delle ultime elezioni regionali, quando il governatore di centrodestra assicuró più volte che Viterbo avrebbe smesso di essere pattumiera del Lazio. Domani, 4 agosto, la conferenza dei servizi dovrà discutere dell’ampliamento per dare il via libera all’aumento del quarto invaso delle Fornaci di Monterazzano. In totale, si tratta di 100mila metri cubi per circa un milione di tonnellate. Per Frontini è giunto il momento di dire basta: “Il nostro territorio è bersagliato e sottoposto ad un vassallaggio che non abbiamo più intenzione di tollerare. Lo scorso febbraio abbiamo convintamente dato il nostro sostegno al presidente Rocca e alla maggioranza di centrodestra sulla base di 6 impegni. Uno di questi era la modifica del piano rifiuti e lo stop al conferimento dei rifiuti romani a Monterazzano. Ora ci attendiamo di vedere concretizzato quanto detto, comprendiamo che ci vuole tempo però sui temi cardine è ora di agire ma, a quanto pare, stiamo andando nel senso opposto”. 

Frontini si rivolge ai consiglieri di Fratelli d’Italia, assenti in aula poiché impegnati in Consiglio regionale nell’approvazione del bilancio: “Al di là degli intenti post-elettorali, il silenzio di queste ore ci preoccupa, così come l’assenza rappresentanti regionali del territorio, Sabatini e Paterna. Anche le richieste di interlocuzioni informali e formali sono naufragate, il 21 giugno ed il 30 non c’e stata disponibilità ad affrontare il tema. Io continuo ad avere fiducia, ma l’unico modo per lavorare è bocciare il procedimento di ampliamento. Non ce ne sono altri”. “Dal 2013 - ha proseguito la prima cittadina - in base principio di solidarietà, Viterbo subisce un sopruso non piu tollerabile, l’emergenza rifiuti, dopo 10 anni, si chiama latitanza delle istituzioni. Il piano regionale ha tante lacune, la prima su tutte quella di non aver definito in maniera puntuale dove effettivamente installare i nuovi impianti, ma riconosce che la principale criticità è proprio l’assenza di impianti e discariche, di cui ogni Ato deve essere dotato per lo smaltimento dei propri rifiuti. Fino adesso questo principio è stato superato perché, nelle more che si costruiscano gli impianti mancanti, è possibile conferire all’Ato di prossimità fino ad un massimo di 36 mesi, che scadono dopodomani”. La richiesta è perentoria: “Rimandare al mittente questo procedimento, questo ampliamento non può in nessun caso e i. nessun momento essere a servizio regionale. I 36 mesi sono finiti come è finita la pazienza mia e quella dei viterbesi, non ci sono appigli legislativi o emergenziali che possano reggere. L’eventuale di un autorizzazione quarto invaso a servizio della regione non solo sarebbe l’ennesimo schiaffo alla Tuscia ma pure palesemente illegittimo nei confronti dei documenti adottati dalla stessa Regione Lazio”. Quindi, Frontini - ed assieme a lei il Comune - è pronta a salire sull’Aventino e mette Rocca spalle al muro.

Chiara Frontini ed Alessandro Romoli-2

Tuttavia, la meloniana Laura Allegrini fa notare un dettaglio: “Il Comune non ha fatto alcuna osservazione, lo ha fatto la ditta proponente. Perché? Inoltre, Palazzo dei Priori ha confermato il precedente quadro autorizzatorio. Se il Comune non produce atti, questa discussione perde di significato”. Parole rispedite al mittente da Frontini: “Non ci provate a dire che avevamo la possibilità di bloccare questo procedimento, perché all’interno della conferenza dei servizi si definisce che gli unici due pareri possono essere dati sono quelli consultivi ed il nulla osta sull’impatto acustico. E comunque, il Comune si oppose all’ampliamento precedente, eppure la Regione lo fece lo stesso”. A portare in Consiglio il punto di vista dei cittadini è Francesca Pietrangeli: “Sono stata eletta per rappresentare i residenti di Monterazzano. Quella è una zona principalmente agricola che trae dalla terra di che vivere, siamo preoccupati della qualità dell’ambiente e temiamo il deprezzarsi della qualità immobiliare e del capitale naturale, oltre che la diminuzione dell’indotto per le strutture ricettive. Infine, già si sente l’olezzo pungente dei rifiuti, che potrebbe addirittura peggiorare”. 

Francesca Pietrangeli-2

Essendo un Consiglio aperto, sono intervenute anche altre cariche istituzionali, su tutte il presidente della Provincia Alessandro Romoli: “Nessuno - ha detto - è favorevole all’ampliamento ma a questo devono seguire gli atti amministrativi. Volevamo evitare l’Ato unico regionale proprio per scongiurare questa situazione, l’autosufficienza provinciale deve essere garantita. Questa è una battaglia che dobbiamo portare avanti come territorio, anche Rieti, Frosinone e Latina si sono detti concordi. Se Roma non è un’opportunità in termini di finanziamenti, che almeno non diventi una problematica nell’attribuzione rifiuti. La battaglia che i consiglieri regionali hanno il dovere di portare avanti è invece quella per il cambio dell’impianto normativo delle conferenze dei servizi, che sono troppo veloci e forniscono poco tempo per approfondire i discorsi e le decisioni da prendere”. 

Alessandro Romoli ed Enrico Panunzi-2

L’ultima campana è stata quella di Enrico Panunzi, consigliere regionale del Pd da tre legislature e fautore di quella postilla che consente proprio l’invio di rifiuti romani a Viterbo: “Quando arrivai alla Pisana c’era un prefetto governativo ed una situazione di emergenza già nel 2013. Per anni il Lazio intero ha invaso Malagrotta, diventata la più grande discarica d’Europa ed era sottoposta ad una procedura infrazione che costa milioni di euro allo Stato. L’abbiamo chiusa noi nel novembre 2013, perché i processi se non si programmano e prevengono si subiscono. Ci sono incongruenze nella procedura che sono verificabili, il progetto prevede un ampliamento di  960mila metri cubi, significa occupare 80 ettari terreno, 800mila metri quadri. In poche parole, autorizzate in via ordinaria e non straordinaria una discarica regionale. Con l’ampliamento arriveranno rifiuti che derivano dai termovalorizzatori, il tutto con una procedura ordinaria e non emergenziale”. Panunzi analizza la situazione delle discariche laziali: “Quella di Albano è stata chiusa a gennaio 2023, Roccasecca autorizzata per 400mila tonnellate, Magliano Romano è atteso il via libera, poi c’è quella di Aprilia. Non si può non tenere conto di questa situazione nell’autorizzare un ampliamento a Monterazzano. 983mila tonnellate in tre anni saranno abbancate a Viterbo, ma la Regione ci vuole dire qual è il fabbisogno della Tuscia? Gli Egato consentivano di gestire con una cabina di regia la situazione, ma non stiamo andando in questa direzione. In tre anni e mezzo si verificheranno situazioni e volumetrie pazzesche, la Regione ci deve dire anche per quanti anni Viterbo dovrà fare questo sforzo, altrimenti è assurdo piegare un territorio in questa maniera”.

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