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Il condominio costretto a barricarsi per colpa dei cinghiali

Con l'avvicinarsi della primavera tornano i classici disagi per i residenti delle zone vicine all'Arcionello. Cartello sul cancello di un palazzo al Paradiso: "Chiudere per non far entrare i cinghiali"

Le loro abitudini, ormai, sono note a tutti i viterbesi. Appena le temperature invernali iniziano a salire in vista della primavera, i cinghiali tornano di nuovo ad imperversare, con tutti i disagi che ne conseguono. E così ecco qua, tornati più forti che mai, interi branchi le cui fila sono state rimpolpate dalle cucciolate (o figliate, date le dimensioni) dell’inverno a seminare scompiglio nei quartieri. Soprattutto di notte, quando il traffico è meno intenso e c’è più tranquillità, ma anche di giorno, sotto gli occhi curiosi e spaventati dei passanti. La città dei Papi rischia di diventare presto quella dei cinghiali. Del resto i primi non ci sono più da secoli e l’ultima apparizione risale al 2009, mentre i secondi sono quantomai attuali.

Scherzi a parte, i cinghiali sono diventati un problema serio. Sia per ragioni di sicurezza e di ordine pubblico che per quelle sanitarie, difatti non va mai sottovalutata la questione della peste suina. Lo sanno molto bene, troppo bene, gli abitanti del quartiere Paradiso, a nord della città, il più vicino al Grand Hotel degli ungulati, la riserva dell’Arcionello. Il grande parco naturale  che, per la sua posizione vicina al centro storico e a quello urbano, è un unicum. Non solo cassonetti ribaltati e rifiuti sparsi in ogni dove per le strade: i residenti del Paradiso devono fare i conti con delle modalità ben più invasive. Già, perché i cinghiali, giunti a questo punto, non si limitano più a rovistare tra i secchioni ed entrano direttamente nei giardini delle case, siano ville o palazzine condominiali. La convivenza insostenibile è cominciata qualche anno fa, con episodi sporadici che però in queste settimane sono diventati sempre più frequenti. Si ripetono così spesso che i poveri inquilini di un palazzo in via della Caserma sono stati costretti ad affiggere un cartello sul cancello d’ingresso: “Chiudere il cancello per favore, per evitare l’ingresso dei cinghiali”.

Ci sarebbe da ridere se non fosse che l’incontro ravvicinato con un suide adulto di dimensioni importanti può essere molto pericoloso. Soprattutto per chi si trova in compagnia di un animale domestico come un cane, un gatto o, peggio, per chi ha con se un bambino. Un movimento inconsulto o un rumore forte possono infatti spaventare il cinghiale, che per istinto può attaccare l’essere umano e chi è al suo seguito. 

E in molti si chiederanno, più che legittimamente, che fine abbiano fatto gli abbattimenti. Beh, la risposta non è per niente facile. Dovevano essere eliminati, tramite la caccia selettiva o la soppressione, più di 1600 capi durante la stagione invernale. Ma, a quanto pare, qualcosa deve essere andato storto, perché i cinghiali sono di nuovo scesi dalle montagne per stabilirsi a valle, all’Arcionello, che nel frattempo doveva essere bonificato. La Provincia ed il Comune al momento non hanno ancora reso noto quale anomalia si via verificato nel piano di abbattimento, ma è evidente che il programma non abbia sortito gli effetti sperati. 

E pensare che nei piani di gestione della fauna selvatica è previsto un aumento intorno al 25% del numero di abbattimenti effettuati nell’anno precedente. A quanto pare, la Provincia preferirebbe optare per la cattura piuttosto che la caccia, ma si tratta di un’operazione dispendiosa non solo dal punto di vista economico. Serve infatti più tempo per perfezionare le tecniche di cattura, che consistono nel posizionamento delle gabbie, nel trasporto dell’ungulato e nel trovargli una nuova sistemazione. Nel mentre, a pagarne le conseguenze sono i cittadini come quelli sfortunati di via della Caserma, costretti a doversi barricare in casa per non trovarsi di fronte ad una famiglia di cinghiali.

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