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Lunedì, 29 Aprile 2024
EMERGENZA CINGHIALI

Cinghiali, allarme per i raccolti: "Nella Tuscia 8 milioni di euro di danni nel 2022. E il 2023 potrebbe essere peggio"

Parla Giancarlo Lattanzi, dirigente dell'area Agricoltura Lazio Nord della Regione Lazio

“I cinghiali potrebbero inficiare gravemente i raccolti agricoli del 2023 nella Tuscia”. A lanciare l’allarme è Giancarlo Lattanzi, dirigente dell’area Agricoltura Lazio nord della Regione Lazio. A margine dell’incontro tarquiniese “L’isola che non c’è”, organizzato da Fondazione per la Tuscia, il tecnico ha reso noti i dati negativi dell’anno scorso: “Nella stagione 2022 solo nella Tuscia sono stati registrati 8 milioni di euro di danni. E quest’anno potrebbe andare anche peggio”. Già, perché i cinghiali continuano a crescere in numeri. Nell’ambito territoriale Vt1, ce ne sono oltre 20mila. Mille di questi a Viterbo, a pochi passi dal centro storico, nella riserva dell’Arcionello.

“Il problema del controllo - prosegue Lattanzi - è reale e purtroppo concreto. La Regione ha messo in atto tutti gli strumenti in suo possesso, dalla caccia al contenimento, con gli abbattimenti previsti per la peste suina. È stata creata una struttura efficiente”. Tuttavia, sembrano esserci dei ritardi nel piano di abbattimenti redatto dal Comune e dalla Provincia, con i capi eliminati che superano di poco le 100 unità.

“Il discorso fondamentale da fare - afferma Lattanzi - è diminuire la popolazione dei cinghiali, va fatto per tutelare l’ambiente e il settore primario”. Anche perché, per gli agricoltori, altrimenti saranno guai. “I danni - conclude Lattanzi - vengono considerati ad minimis nell’ordine dei 25mila euro nel triennio. Non possiamo arrivare al punto in cui, per coltivare i prodotti, le aziende debbano rimetterci perché viene tutto reso vano dai cinghiali”.

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