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IL CASO

Discarica di Monterazzano: la Regione minaccia di sospendere l'autorizzazione, guaio per Viterbo

La discarica di Monterazzano rischia di dover chiudere i battenti, Ecologia Viterbo chiede alla Regione di aspettare

Un’altra brutta notizia per la discarica di Monterazzano, la Regione Lazio ha comunicato ad Ecologia Viterbo di aver “avviato la procedura di sospensione dell’Aia”. Una sigla, quest’ultima, che sta per  “Autorizzazione integrata ambientale”, documento senza il quale le attività di conferimento presso l’impianto Le Fornaci non possono proseguire. La comunicazione sarebbe arrivata lo scorso 27 marzo, cogliendo di sorpresa il Comune, la Provincia e pure il Campidoglio.

L’Aia è stata rilasciata nel 2008, poi rinnovata quattro anni fa, prima del Covid. Ma qual è il motivo per cui ora rischia di essere revocata? “Ecologia Viterbo - si legge nella nota dell’ufficio ambiente regionale - risulta attualmente inadempiente rispetto alla prestazione delle garanzie finanziarie di gestione operativa e post-operativa dell’invaso Vt3”. Quello ora in funzione ed in uso. In particolare, “l’invaso risulta privo di entrambe le valide ed efficaci garanzie finanziarie richieste dalla norma”. Senza di esse, la gestione della discarica non può proseguire. Addirittura, dalla Pisana si sono già portati avanti prevedendo un apposito sistema di ristori per la collettività nel caso in cui l’impianto di Monterazzano dovesse avere “ripercussioni negative sull’ambiente”. 

L’azienda ha risposto giovedì scorso con una nota dell’amministratore delegato, Pierpaolo Lombardi. In sostanza, da Ecologia Viterbo chiedono tempo. Un autentico fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto sulla discarica di Monterazzano, proprio ora che la conferenza dei servizi avrebbe dovuto discutere dell’apertura di un quarto invaso. Altro che ampliamento, la Regione minaccia di chiudere il terzo. Un guaio per Viterbo e la Tuscia, ma non solo. Anche per tutto il Lazio.

Le Fornaci, è bene ricordarlo, sono l’ultima discarica attiva in tutta la regione. Ciò vuol dire che, se dovessero chiudere, il Lazio rimarrebbe senza un centro di smaltimento. Il capoluogo e tutti gli altri comuni della provincia non potranno conferire, così come Roma e le 

 province del Lazio che finora lo hanno fatto senza problemi, avallati dalla stessa Regione. In poche parole, si andrebbe incontro al collasso del sistema rifiuti laziale. Un grosso, gigantesco guaio per il sindaco Chiara Frontini, che ha intensificato i contatti con la Pisana per capire cosa stia succedendo in queste ore. Anche Alessandro Romoli, presidente della Provincia, si sarebbe attivato contattando il governatore Francesco Rocca. 

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