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Martedì, 30 Aprile 2024
PUGNO DURO

Mentre il Comune annaspa l’Ater si dà da fare: partite le lettere a centinaia di morosi delle case popolari

L’Ater si muove e dopo il giro di vite sulle occupazioni parte anche la caccia ai morosi degli alloggi popolari, il tutto mentre l’indagine della GdF sui locali comunali prosegue

Sarebbero già arrivate centinaia di lettere agli inquilini degli alloggi Ater le cui posizioni tributarie non risultano in regola. Si tratta, per la maggiore, di piccole somme relative ad affitti non pagati in passato, risalenti alla gestione precedente, ma ci sono anche casi più importanti su cui l’azienda per l’edilizia residenziale ha annunciato che provvederà - in caso di mancato versamento del credito - a procedere per le vie legali senza ulteriori preavvisi. Nelle situazioni in cui il debito legato al mancato pagamento dei canoni di locazione non dovesse essere saldato, saranno attivate anche le procedure di sfratto. Pugno duro, dunque, sulla morosità. A tal riguardo, il dg Ater Fabrizio Urbani ricorda: “Il mancato pagamento di 3 mensilità di affitto costituisce motivo di decadenza dall’assegnazione, con conseguente perdita dell’alloggio come previsto dall’articolo 17 del regolamento regionale”. Tramite raccomandata, sia nel capoluogo che nel resto della Provincia, le lettere sono già state consegnate a partire dal 25 di marzo.

Continua anche la caccia alle occupazioni abusive, con gli sgomberi e gli avvisi di sfratto arrivati in quasi tutti i comuni della Tuscia ai danni di chi, non avendone diritto, si è appropriato indebitamente di appartamenti o alloggi popolari. Il piano era chiaro sin dall’inizio: fare un conto degli edifici occupati, verificarne le condizioni e, laddove possibile, sgomberarli per farli tornare fruibili. Secondo un report del 2019, sarebbero oltre 100 le occupazioni in tutta la provincia di Viterbo, la maggior parte delle quali nel capoluogo. Si tratta perlopiù di locali vuoti in attesa di assegnazione, occupati forzando la porta d’ingresso. Ma esistono anche casi in cui figurano tra gli occupanti persone diverse dagli assegnatari, probabilmente legati da parentele. In rari ma gravissimi episodi, i legittimi proprietari, allontanatisi per le vacanze o per lavoro, si sono ritrovati la serratura cambiata e la casa scippata. I vigili urbani, su indicazione degli ispettori dell’istituto, stanno effettuando un vero e proprio giro di vite tra le palazzine. La procedura è quella stabilita dal Viminale: censimento delle famiglie occupanti, individuazione delle fragilità e trasferimento degli aventi diritto in alloggi di proprietà comunale o regionale. Inoltre, saranno ispezionati anche gli immobili ancora vuoti ma considerati a rischio, con forze dell’ordine e comune che dovranno assumere “tutte le precauzioni necessarie al fine di scongiurare intrusione di estranei”. 

Ma se l’Ater si sta dando da fare per mettere in mora gli inquilini irregolari, il Comune continua ad annaspare sul caso morosi. L’indagine della Guardia di Finanza sui locali comunali prosegue, con i finanzieri che continuano a battere attività commerciali, depositi, magazzini ed abitazioni setacciando contratti e documenti. Il materiale raccolto, nel caso in cui dovessero emergere situazioni di particolare gravità, sarà trasmesso alla Corte dei Conti, che avvierà delle proprie verifiche per comprendere se possa configurarsi o meno il danno erariale. Da Palazzo dei Priori, però, traspare un cauto ottimismo. L’entourage del sindaco Chiara Frontini ha voluto rendere noto che, già a novembre, l’amministrazione aveva avviato dei controlli autonomi tramite l’ufficio del Patrimonio e avvalendosi della consulenza di una società esterna.

Il Comune, per gli imprenditori morosi, si era detto disponibile a formulare anche dei piani di rientro pur di non perdere definitivamente le somme spettanti. Mentre, sulle abitazioni, la società incaricata stava attuando delle verifiche sui contratti - alcuni dei quali scaduti da tempo - e sul prezzo degli affitti, riparametrato secondo il mercato odierno. Date le circostanze, Frontini stessa potrebbe riferire in Consiglio sullo stato dei controlli effettuati dal Patrimonio, portando anche dei dati. 

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