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BICI E POLEMICHE

Se anche la polizia locale parcheggia sulla pista ciclabile...

La foto dell'auto dei vigili urbani parcheggiata sulla ciclabile fa discutere. Intanto dal ministero vogliono restringere l'uso delle zone a 30 all'ora

Se anche la polizia locale parcheggia sopra la pista ciclabile, le polemiche non possono che divampare. Una distrazione, forse dettata da necessità di intervento, che rientra comunque tra le tante controversie di quella che, ormai, sembra essere una vera e propria maledizione. Lo scatto, nel quale si vede l’auto d’ordinanza dei vigili urbani in sosta esattamente sulla striscia che delinea il percorso destinato alle bici, è diventato virale e ha scatenato ilarità e commenti di sdegno. Del resto, se quelli che dovrebbero multare chi parcheggia sulla ciclabile fanno esattamente lo stesso, non può che essere così. Soprattutto all’interno di un dibattito che da tempo si è acceso all’ennesima potenza.

L’episodio, per il quale sarebbero in corso anche verifiche da parte dei vertici della polizia locale, è avvenuto al quartiere Murialdo, dove la sosta selvaggia sulla pista è diventata una brutta abitudine. Auto, motorini, microcar. Praticamente c'è di tutto sulla striscia rossa, tranne quel che ci dovrebbe essere: biciclette. Dopo curve a 90 gradi, percorsi circolari in prossimità di incroci e pure l’asfalto che si sbiadisce, ecco un’altra polemica. Di certo, l’amministrazione non ha gradito. Una delle spiegazioni potrebbe essere che la pista non è stata ancora collaudata, pertanto potrebbe essere solo momentaneamente tollerato un comportamento che, quando avverrà l’inaugurazione, dovranno necessariamente cessare.

Ma non è finita qui, perché oltre alla ciclabile c’è un’altra questione a essa legata: quella delle “zone 30”. Adottate per la prima volta a Bologna, il ministero ha deciso di emanare una circolare per restringerne l’utilizzo da parte dei comuni. A Viterbo ce ne sono in via Alessandro Volta e altre sono previste dal Piano urbano per la mobilità sostenibile. Il dicastero guidato da Matteo Salvini ha fissato dei paletti: “La deroga al limite stabilito per legge di 50 chilometri orari può riguardare solo strade o tratti di strada tassativamente individuati, laddove sussistano particolari condizioni che giustificano l’imposizione di limiti diversi”. E ogni deroga “deve essere motivata“, ad esempio in base al “tasso di incidentalità, alla presenza di scuole o ospedali o alle esigenze temporanee dovute ad esempio a un particolare afflusso di turisti”. Anche le zone 30 viterbesi, dunque, dovranno essere autorizzate prima di entrare in funzione.

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