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Raffaele Ascenzi nel mirino dei leoni da tastiera

L'architetto, ideatore di tre macchine di santa Rosa e fresco vincitore del concorso d'idee per San pellegrino in fiore, attaccato dagli haters

Insulti, allusioni diffamatorie e commenti volti a screditarlo come professionista e come persona. Raffaele Ascenzi, architetto viterbese ideatore di ben tre macchine di santa Rosa e, da ultimo, della prossima edizione di San pellegrino in fiore, finisce nel mirino degli haters. Una valanga d'odio generata, molto probabilmente, dall'elevata risonanza che la sua figura sta riscuotendo in questi anni, contraddistinti da successi artistici e personali. 

Dopo la vittoria del concorso d'idee per San pellegrino in fiore, nel quale il progetto presentato da Ascenzi e dal suo team (composto da Francesco Moretti, Marco Porcorossi, Andrea Lodovico, Alessandro Scorsa e Federico Ciatti) è risultato quello col punteggio più alto, l'architetto ha ricevuto, insieme ai tantissimi complimenti, anche alcuni commenti poco gradevoli. Alcuni contenevano anche degli insulti ai suoi danni, ma per la maggiore si tratta di allusioni diffamatorie volte a delegittimare i suoi recenti trionfi. “C'è qualcosa che non mi torna, dove c'è lui non ce n’è per nessuno”, “O è uno scienziato o forse… c’è qualcosa che non torna”, “Guarda caso macchina di santa Rosa e San pellegrino in fiore... qualcosa non torna”. Questi solo alcuni dei commenti in questione, che rendono perfettamente l’idea. 

Per alcuni non può essere che Ascenzi sia semplicemente bravo e che i suoi progetti siano giudicati come migliore rispetto ad altri. Dev’esserci qualcosa sotto, un inghippo, un favoritismo. Quella di questi giorni ai danni dell’artista sembra essere a tutti gli effetti un’ingiustificata vulgata denigratoria e, infatti, Ascenzi potrebbe prendere in considerazione l’idea di denunciare alcune dichiarazioni oltremodo calunniose nei suoi confronti. Peraltro, chi insinua potenziali anomalie volte a fargli vincere i bandi a cui ha partecipato non sporca solo la sua immagine ma anche quella del Comune e, soprattutto, quella dei membri della commissione chiamata a esprimersi per decretare i vincitori dei concorsi.

Inoltre, a sgombrare il campo da ogni illazione c’è il regolamento delle commissioni, nei quali è previsto che i voti vengano assegnati ai progetti senza che il nome degli autori sia noto o evidente. Addirittura, per garantire la massima trasparenza, nel caso delle sedute per scegliere l’ideatore della macchina di santa Rosa, il motto (riconducibile anch’esso all’autore) non doveva essere visibile, così da non condizionare i giudici. 

A ViterboToday, a riguardo delle speculazioni fatte dai suoi detrattori, Ascenzi ha dichiarato: “Occupandomi di cose belle non ho tempo di pensare a quelle brutte, ai sentimenti che non siano piacevoli". Anzi, quasi a voler scacciare le malelingue, aveva rivelato: "Non ho visto gli altri progetti che hanno partecipato, ma ho detto al mio gruppo che se ci fosse stato a nostro avviso un progetto nettamente più bello del nostro, se la commissione non se ne fosse accorta, probabilmente avremmo pensato di fare noi un passo indietro. Per Viterbo avremmo fatto anche questo, siamo convinti che debba vincere la cosa più bella a prescindere dai successi personali di ognuno”.

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