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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Suor Francesca costretta a salutare Viterbo. Incognite sul futuro delle Alcantarine al monastero di santa Rosa

Il vescovo Orazio Francesco Piazza: "La presenza delle Alcantarine è fondamentale e irrinunciabile, Santa Rosa senza di loro è inimmaginabile. Farò di tutto"

Suor Francesca Pizzaia, madre superiora delle francescane alcantarine di Viterbo e anima del monastero di santa Rosa, costretta a lasciare la città. 

Nelle congregazioni religiose è naturale che dopo un periodo di tempo, generalmente sei anni, alla superiora ne succeda un'altra. Per suor Francesca, arrivata a Viterbo con la sua travolgente vitalità e umanità e i suoi rassicuranti e rasserenanti sorrisi e abbracci a fine 2015, il tempo è scaduto lo scorso anno. Quando però le è stata concessa una proroga, ma fino a ottobre prossimo.

Vescovo Orazio Francesco Piazza-6

Il trasferimento di suor Francesca rappresenta una perdita importante e non indifferente per la comunità tutta, religiosa e non. "Ha una grandissima capacità di coesione - evidenzia il vescovo Orazio Francesco Piazza -. In questo periodo sta dando una testimonianza umana e religiosa profonda. Sta offrendo la sua difficoltà del momento per il bene di Viterbo. La sua sofferenza è la mia sofferenza".

Incognite sul futuro di tutte le alcantarine in città. Cinque consorelle che dal dicembre di otto anni fa custodiscono santa Rosa: corpo, cuore e monastero. Monastero che risulta essere di proprietà dell'ordine delle clarisse, lì presenti sin dal 1235, vivendo un'esistenza contemplativa che, come imposto, si svolge quasi esclusivamente tra le mura di conventi e monasteri. 

Viterbo - Santuario Santa Rosa-2

Quando le clarisse a fine 2015 dovettero lasciare Viterbo per anzianità e perché rimaste solo in tre, la Santa sede ha nominato un frate francescano come gerente della struttura, il quale ha poi affidato il monastero proprio alle alcantarine. Un affido temporaneo, che scade ed eventualmente deve essere rinnovato.

E i tempi sarebbero arrivati, aprendo un dibattito interno alla Chiesa. Il vescovo Piazza, dal canto suo, avrebbe le idee ben chiare: "Voglio che le alcantarine restino a Viterbo. Non immagino Santa Rosa senza di loro". Piazza ha già aperto un dialogo con la madre generale della congregazione. "Ho detto con chiarezza - riporta - cosa è necessario per la diocesi, ossia la presenza delle alcantarine, che dal 2015 hanno dato alla Chiesa locale una svolta significativa e che reputo fondamentale a livello ecclesiale. Le alcantarine al santuario di santa Rosa, che per esercizio pastorale ha bisogno di figure canonicamente riconosciute, sono una ricchezza irrinunciabile".

In questi anni le alcantarine sono diventate un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. Sempre presenti e partecipi, sono impegnate nelle comunità parrocchiali, nei centri giovanili e in quelli diurni, nelle case famiglia, nelle scuole e con la Caritas. E, per quanto riguarda Santa Rosa, hanno reso pienamente e finalmente pubblico il monastero, dando la possibilità di visitarlo.

Viterbo - L'urna con il corpo di santa Rosa-2

Piazza spiega di "non poter interferire nel merito della questione", ma aggiunge che "è evidente che la diocesi debba far sentire la propria voce sul tema". "Il desiderio - ribadisce - è che la presenza delle alcantarine resti". E assicura di star "facendo tutto ciò che è nelle mie competenze" e di "adoperarsi in tutti i modi. Ovviamente - sottolinea - nei limiti che sono nelle mie competenze, oltre ai quali non posso andare".

Insomma, la decisione, quale essa sia, non è né spetta al vescovo di Viterbo. Ma è innegabile che il suo parere abbia un peso non indifferente nella scelta finale. Così come non sono indifferenti i giudizi positivi che sulle alcantarine avrebbe sempre espresso il suo predecessore Lino Fumagalli. Come non può non essere preso in considerazione l'affiatamento e l'attaccamento reciproco ormai creatosi tra le alcantarine e tutta la città.

Tra le ipotesi, non è esclusa una convivenza tra le alcantarine e le clarisse a Santa Rosa. "Si può trovare una forma per far convivere eventualmente presenze - dice il vescovo Piazza -. Perché escludere le presenze quando possono essere armonizzate?".

"Cosa succederà? - conclude Piazza - Stiamo ragionando e valutando".

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