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SVOLTA TERMALE

LA CITTÀ CHE CAMBIA | Il Bullicame diventa un'oasi: il progetto che vuole dare una svolta al termalismo

Mentre il Bullicame si prepara a cambiare look, le terre e le rocce da scavo delle Zitelle finiscono in laboratorio per uno degli ultimi passaggi verso la chiusura definitiva del sito

Il termalismo viterbese è vicino a una svolta insperata, tutto pronto per l'ultimo atto prima dell'avvio del progetto finale. Il Bullicame diventerà un'oasi, mentre l'acqua sulfurea delle Zitelle andrà ad arricchire il bacino idrico delle altre terme, sia pubbliche che private. Il cronoprogramma, stilato ufficialmente nel 2020, entra così nel rush finale, con il Comune che, badando a spendere cifre oculatissime, sta stanziando le risorse per gli interventi di analisi e di elaborazione.

Palazzo dei Priori, come noto, è titolare della concessione mineraria di acqua termo-minerale, da tutti conosciuta come “Bullicame”, rilasciata dalla Regione Lazio con una determinazione il 28 luglio 2017. Ma è anche delle “Zitelle”, sempre grazie a una determina della Regione del 24 luglio 2020. Il primo pozzo, il più famoso della città, è stato regolarizzato e soprattutto regolamentato nel corso degli anni, diventando uno dei simbolo di Viterbo anche fuori dai confini provinciali. Il secondo, invece, è classificato tra le sorgenti irregolari. Pertanto, malgrado sia un sito che nel tempo si è fatto apprezzare dai viterbesi, va chiuso.

Le Zitelle, difatti, non sono una fonte naturale, poichè le due perdite sono nate per cause imputabili all'azione umana. Una era sorta nel lontano 1952, quando il pozzo venne scavato, non si sa ancora per quale motivo, e la preziosa acqua termale cominciò a disperdersi per i campi circostanti. Circa 10 litri al secondo, una quantità davvero enorme. La perdita è stata ricondizionata nel 2022, con l'opzione di poterla riaprire solo in caso di necessità utilizzando un banalissimo rubinetto. La seconda è invece ancora attiva, per una dispersione di 5 litri al secondo e dovrà essere chiusa al più presto. 

La storia del Bullicame e delle Zitelle si è più volte intrecciata. Soprattutto quando si è capito (dopo più di mezzo secolo ma sono dettagli) che, incanalando il flusso "abusivo" delle seconde verso quello regolare e naturale del primo, le vasche delle callara ne traggono beneficio, riempendosi abbondandemente. Nel momento in cui l'acqua al Bullicame ha cominciato a scarseggiare, per cause ancora oggi in fase d'accertamento, allora il Comune ha deciso di chiudere una volta per tutte le Zitelle tramite ricondizionamento. Una mossa che non solo garantisce acqua al vero parco termale pubblico cittadino, ma è anche necessaria per proseguire l'iter di trasformazione del Bullicame in un'oasi. Il progetto è quello di fare in modo che non manchi mai più la risorsa idrica, così da far diventare l'area sulla Tuscanese un polo turistico a tutti gli effetti, dotato di servizi e comfort fino a poco tempo fa inimmaginabili. 

Tuttavia, per sognare serve fare qualcosa di concreto. E così l'amministrazione Frontini non solo ha deciso di finanziare interventi di manutenzione in entrambi i siti ma di favorire pure lo studio scientifico sulle caratteristiche dei due luoghi. La “Callara” del Bullicame verrà perfezionata, con la rimozione dei sedimenti di acqua termale in risalita che lì si sono depositati nel corso degli anni. Mentre alle Zitelle ai procederà a una parziale risagomatura della cunetta stradale nei pressi della sorgente per la rimozione dei depositi che lì si sono ormati. 

Preliminarmente all’esecuzione degli interventi, è necessario effettuare una “caratterizzazione dei relativi materiali di scavo” tramite l’affidamento delle relative analisi a un laboratorio accreditato e certificato. A farla sarà la società Hydrocon srl, con sede a Roma, la quale risulta essere in possesso di uomini, idonea attrezzatura, capacità tecnica ed esperienza nel settore. L'azienda ha già presentato il preventivo per il servizio in oggetto, che al Comune costerà appena 984 euro, oltre Iva, per un importo complessivo di 1200,48 euro. Le rocce e i residui geologici saranno dunque studiati in maniera certosina e, una volta pervenuti i risultati, Viterbo sarà pronta alla svolta termale. Nella speranza, ovviamente, che non si tratti dell'ennesimo bluff.

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