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Lunedì, 29 Aprile 2024
CRONACA NERA / Soriano nel Cimino

NOMI E FOTO | Omicidio Bramucci, chi sono i killer. Hanno precedenti per rapina, spaccio e lesioni

Nelle prossime ore i due 48enni compariranno davanti al gip per gli interrogatori di garanzia

Sono Tonino Bacci e Lucio La Pietra i due 48enni arrestati per l'omicidio di Salvatore Bramucci. Nelle prossime ore compariranno davanti al gip del tribunale di Viterbo Rita Cialoni per gli interrogatori di garanzia in seguito all'ordinanza di custodia cautelare che all'alba di martedì li ha fatti finire a Mammagialla.

Chi sono i killer

Tonino Bacci

Tonino Bacci

Entrambi con la passione per auto e motori, Bacci ha lavorato come camionista mentre La Pietra è meccanico. "Hanno un preciso profilo criminale", spiega il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Friano. Nel loro passato ci sarebbero precedenti per rapina, spaccio e lesioni. Il 7 agosto scorso, invece, secondo gli inquirenti, avrebbero preso parte al commando che, partito da Roma, ha raggiunto Soriano nel Cimino per uccidere Bramucci, 58 anni.

L'omicidio

"Un agguato - evidenzia il colonnello Friano - organizzato in ogni minimo dettaglio (da qui l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, ndr), preceduto anche da sopralluoghi nella zona del delitto". L'ultimo il 4 agosto, tre giorni prima dell'omicidio avvenuto intorno alle 8 di domenica 7 agosto. Quella mattina - stando alla ricostruzione degli inquirenti - Bacci e La Pietra hanno raggiunto Soriano, viaggiando sulla stessa Smart bianca, insieme a un terzo indagato, quest'ultimo alla guida di una Alfa Romeo Giulietta che sarebbe risultata rubata a giugno. Avrebbero atteso che Bramucci uscisse di casa, per poi sbarrargli la strada con le auto e freddarlo con sei colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata mentre era a bordo della sua Chevrolet.

La fuga

FOTOCRONACA | Omicidio Bramucci: la vittima, l'auto crivellata e la fuga del commando

Il rientro nella Capitale sarebbe avvenuto percorrendo la stessa strada dell'andata. "I carabinieri che hanno condotto le indagini, conoscendo il territorio, hanno subito individuato le vie di accesso e quelle di fuga del gruppo di fuoco", sottolinea Friano. Presi i filmati delle telecamere di sorveglianza, sono state passate al setaccio tutte le targhe e auto transitate nelle ore immediatamente precedenti e seguenti l'omicidio, notando che le stesse macchine avevano percorso quelle vie anche tre giorni prima. Nella chiusura del cerchio hanno concorso anche i riscontri arrivati dall'analisi delle celle telefoniche. "Le telecamere - aggiunge Friano - hanno aiutato sul fattore tempo e per poter determinare, in maniere inequivocabile, il tipo di partecipazione al delitto dei vari soggetti. Le immagini sono state un elemento chiaro per l'individuazione delle persone e per l'attribuzione della colpevolezza".

Gli arresti

I carabinieri del comando provinciale di Viterbo e del Ros della Capitale sono piombati nelle abitazioni di Bacci e La Pietra a Roma e a Guidonia Montecelio mentre gli elicotteri da Pratica di Mare e il nucleo cinofili da Santa Maria in Galeria perlustravano la zona sia dall'alto che da terra. Sono stati fatti perquisizioni e sequestri, ma l'arma del delitto non è stata trovata.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla procura di Viterbo, proseguono. Non solo nei confronti dei tre indagati a piede libero, ma anche in quelli degli arrestati. È da chiarire il movente, che potrebbe essere economico ma sui cui sono necessari ulteriori accertamenti. Gli investigatori, inoltre, devono continuare ad analizzare i conti correnti di Bacci e La Pietra per verificare se abbiano ricevuto somme di denaro per commettere l'omicidio per conto di terzi. Nel mentre, gli inquirenti avrebbero puntato i riflettori anche sull'ambito familiare della vittima.

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