rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
L'ADDIO / Sutri

Omar Neffati, 27 anni in difesa dei diritti. Lo strazio degli amici: "Non abbiamo capito che la prima voce che tremava era la sua"

L'addio al giovane militante e attivista al cimitero islamico di Roma. Il messaggio della famiglia

"Combatteva per chi non aveva voce, ma non sapevamo che la prima voce a tremare fosse la sua". In questa frase non c'è solo lo strazio degli amici per la morte di Omar Neffati, ma riassume tutta la vita e racconta, nella maniera più delicata possibile, la fine del giovane 27enne attivista e impegnato in politica.

"Anche gli uomini più determinati e i più tenaci militanti a un certo punto si stancano - scrive nel suo addio Melissa Mongiardo, ex consigliera del Pd al comune di Viterbo -. E purtroppo, dolcissimo Omar, ti sei stancato anche tu. Fragile amico mio. Questo tuo finale a sorpresa è tanto un'enorme tragedia umana quanto la prova del fallimento di uno stato e di una politica sorda ai bisogni dei più fragili e di chi scalpita per rivendicare il proprio sacrosanto diritto a una vita riconosciuta".

Una vita estremamente breve ma così intensa quella di Omar, conosciuto, benvoluto e stimato in tutta la provincia. Aveva la lotta nel sangue, è sempre stato in prima linea per la difesa dei diritti e partecipe a tantissime manifestazioni, assemblee, sit-in e congressi. L'ultimo giovedì, poche ore prima di morire. Il terzo congresso della Cgil di Civitavecchia, Roma nord e Viterbo a Santa Marinella, sindacato a cui era iscritto. "Provo grande dolore nel pensare alla sofferenza che lo ha portato a fare un simile gesto. Sono stata con lui al congresso della Cgil, ma nulla lasciava presagire tanta disperazione", racconta una compagna di tante battaglie che come molti non riesce a darsi pace.

Omar rivendicava il suo essere antifascista. Militante e dirigente del Partito democratico, era vicino ai Giovani dem, ossia all'organizzazione giovanile del Pd. Ha fatto sue battaglie studentesche, per il clima ma soprattutto per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana agli stranieri. Nato il 7 marzo 1995 in Tunisia, è arrivato in Italia a soli sei mesi. Tutta la vita vissuta qui, dove ha frequentato le scuole, ha studiato relazioni internazionali ed è diventato portavoce del movimento "Italiani senza cittadinanza".

Omar Neffati

Poco più di un mese fa, dal palco del 18esimo congresso nazionale dell'Arci, parlava così: "Viviamo da trent'anni l'incubo a occhi aperti. Pur essendo nati o cresciuti in questo paese non siamo riconosciuti come italiani. Vivendo discriminazioni nelle scuole, nelle università, al lavoro. Insieme possiamo sognare un'altra Italia e realizzarla dove ci siano pieni diritti per tutte e per tutti. Per uscire da un incubo non basta svegliarsi, bisogna sognare più veloci".

Oggi l'Arci lo ricorda come "figlio di tunisini, arrivato da piccolissimo in Italia, viveva a Viterbo e a 27 anni non era ancora riuscito ad ottenere, nonostante fosse di fatto un italiano, la cittadinanza". E di questa condizione ne ha sofferto. "Più volte - evidenzia Simone Brunelli, candidato consigliere per il Pd alle prossime elezioni regionali del Lazio - ha raccontato pubblicamente del suo disagio di sentirsi italiano ma di non esserlo, del paradosso di non aver nessun legame con il paese di cui soltanto formalmente era cittadino, di essere impegnato attivamente in politica ma di non poter esercitare neanche il proprio diritto di voto".

Omar è stato trovato morto giovedì sera nella sua casa a Sutri dalla sorella che, come i suoi amici e conoscenti, non riusciva più ad avere sue notizie. Quando i carabinieri e i soccorritori sono entrati nell'abitazione, per il 27enne non c'era già più niente da fare. I sanitari del 118 intervenuti non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Come disposto dal magistrato, il corpo - su cui non è stata effettuata l'autopsia - è stato restituito alla famiglia per l'addio.

Di religione islamica, l'ultimo saluto è previsto per le 11 di sabato 14 gennaio nell'ala islamica del cimitero Flaminio di Prima porta a Roma dove verrà anche tumulato. Con un messaggio la sera del 13 gennaio, la famiglia fa sapere che "Omar lascerà casa sua domani mattina. Chi vorrà accompagnarlo fino al cimitero potrà farsi trovare alle 9 a piazza Bamberg a Sutri per partire insieme da lì". Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere organizzata una cerimonia in ricordo anche a Sutri. "Quando una giovane vita viene interrotta dalla morte è una tragedia per la famiglia e per l'intera comunità - è il messaggio di cordoglio dell'amministrazione di Sutri -. Omar è cresciuto tra noi, è parte di noi. Pensare che non ci sia più è triste".

I ricordi

Federazione provinciale Pd: "È stato bello ed è stato un privilegio averlo con noi e aver condiviso con lui un tratto di strada, che ha avuto il solo limite di essere stato troppo breve. Omar ci mancherà tantissimo ma resteranno con noi, tutti i giorni, il suo coraggio, la sua passione, la sua intelligenza e il suo sorriso".

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi Viterbo: "Ragazzo dolcissimo, sensibilissimo, carico di passione e di ideali ispirati alla solidarietà tra tutti gli uomini".

Lazio Pride: "Perdiamo un grande alleato che sin dalle prime edizioni del Lazio pride ha mostrato attenzione per la tematica Lgbt+, portando concretamente il suo contributo alla lotta contro l'omotransfobia".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omar Neffati, 27 anni in difesa dei diritti. Lo strazio degli amici: "Non abbiamo capito che la prima voce che tremava era la sua"

ViterboToday è in caricamento