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DA PALAZZO

Rimpasto dietro l’angolo per la giunta Frontini: traballano le poltrone di Floris, Notaristefano e Scardozzi

Le voci si rincorrono di ora in ora, per l’amministrazione civica sembra essere davvero arrivato il tempo di cambiare qualcosa

Per stoppare la crisi, che oramai si protrae dal 21 dicembre scorso, quando il passaggio all’opposizione di Marco Bruzziches ha innescato una sequenza di eventi inaspettati, il sindaco Frontini sembra aver preso seriamente in considerazione l’idea di adoperare un rimpasto di giunta. Il giocattolo sembra essersi inceppato, con alcune battute a vuoto su tematiche giudicate di fondamentale importanza come il decoro urbano, la sicurezza, la lotta al degrado, la manutenzione delle strade, lo sviluppo economico, il rilancio delle partecipate e, non da ultimo, gli eventi cardine come Santa Rosa e San Pellegrino in fiore. Il malcontento è tanto e diffuso e non potrebbe essere altrimenti, visto che nel giro di due mesi due consiglieri - tra cui una delle fondatrici del movimento 2020, Letizia Chiatti - hanno abbandonato la maggioranza per passare dall’altra parte della barricata.

E così, mentre l’amministrazione incassa colpi pesantissimi come il caso Bruzziches (che nel frattempo è approdato nelle stanze della Procura, con i pm Siddi e Capezzuto che avrebbero acquisito le registrazioni audio fornite dal consigliere ed avrebbero anche ascoltato alcuni personaggi vicini all’amministrazione), e quello dell’atto vandalico “a luci rosse” ai danni dell’auto della prima cittadina, si rincorrono voci sempre più insistenti da Palazzo dei Priori riguardanti un rimpasto di giunta. Ad aprire la discussione, ad onor del vero, era stata la stessa Frontini appena un mese fa: “Quando sarà giunto il momento - disse in Consiglio - una valutazione sarà fatta e riguarderà tutti gli assessori sugli obiettivi raggiunti e quelli mancati”. Una sorta di tagliando per gli assessori, i quali saranno giudicati per i loro meriti ma anche e soprattutto per i demeriti. Ora che la consiliatura è ad un bivio ormai fondamentale - visto che i numeri della maggioranza si sono abbassati da 21 a 19 e la stabilità in Sala d’Ercole è sempre più a rischio - da ore è ormai partito il totonomi.

Secondo i ben informati, a rischio ci sarebbero tre poltrone. Quella di Stefano Floris, assessore ai Lavori pubblici, quella di Patrizia Notaristefano, dei Servizi sociali, e quella di Katia Scardozzi, servizi al cittadino e al decentramento. Tuttavia, dall’entourage del sindaco queste ricostruzioni non trovano al momento una conferma. E, riflettendoci su, defenestrare anche solo una di questi assessori sarebbe effettivamente impopolare da parte di Frontini. Difatti, parliamo di tre figure a lei vicine da sempre e, se nel caso di Notaristefano sono indiscutibili alcune lacune soprattutto su quel che attiene alle politiche sociali, Floris e Scardozzi non hanno mai commesso sbavature tali da far immaginare un loro allontanamento dalla giunta. Senza tralasciare il fatto che la seconda è praticamente senza portafoglio. Ció vorrebbe dire che, nel caso di un addio di Scardozzi, bisognerebbe anche rimettere mano alle casse comunali per ridistribuire le risorse tra i vari assessorati, compreso quello del suo ipotetico successore. 

Insomma, le voci ad oggi rimangono solo voci. Non ci sono conferme nemmeno sul presunto vertice andato in scena ieri sera a Palazzo dei Priori, del quale non si conoscono i dettagli. Di certo, però, queste sono ore roventi dalle quali passa il futuro della giunta Frontini. Nel frattempo, centrodestra e Pd osservano. Meloniani e dem si guardano con sospetto, come se quella tra loro fosse una partita a scacchi. E forse è questa la fortuna della maggioranza, che di fronte si ritrova un’opposizione divisa e pronta a farsi la guerra in vista delle prossime elezioni, come a dare per scontato che, al termine del mandato frontiniano, saranno loro a giocarsela per guidare il Comune. Viterbo2020 ed il Patto Civico allestito nel 2022, quello che ha portato Frontini al trionfo, non si sono dimostrati quel blocco granitico che ci si aspettava fossero. Dopo nemmeno 2 anni anche loro si sono indeboliti lotte intestine e spaccature, esattamente come accade nei partiti tradizionali. Forse l’amministrazione supererà questa burrasca, ma l’immagine non sarà più quella mostrata in campagna elettorale. L’immagine emblematica di questo logoramento sono proprio gli spifferi provenienti da palazzo, quando all’inizio la leadership di Frontini era talmente forte che i consiglieri, per paura di dire qualcosa di sbagliato e dannoso, rinunciavano addirittura a prendere la parola in aula. 

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