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Record di trapianti e donazioni nel Lazio, Rocca: "Sistema d'eccellenza"

Soddisfazione per il presidente della Regione che si gode i numeri in crescita dell'apparato clinico chirurgico espresso dai team-trapianto

Numeri da record per quanto riguarda l’attività trapiantologica e di donazione degli organi nel Lazio nel 2023. Infatti nell’anno appena concluso nella regione si sono registrati 446 trapianti ben il 14% in più rispetto al 2022.

Per la precisione sono stati eseguiti 214 trapianti di rene, 201 trapianti di fegato,  20 di cuore, 4 di polmone e 7 combinati rene-pancreas. A questi numeri si aggiunge che il team del Centro regionale Trapianti Lazio ha coordinato circa 1323 offerte di organi ricevute dal Centro nazionale Trapianti da tutta Italia e dai paesi europei con il programma di cooperazione internazionale Foedus.  Nello specifico nel Lazio, sono state coordinate ed effettuate 589 missioni per trapianti con auto, 64 con aereo, 4 con elicottero, trasportati 378 campioni biologici e 120 organi

Risultati che mettono in risalto la sanità laziale e i cinque centri trapianti che operano a Roma: San Camillo Forlanini (dove spicca l’attività di trapianti di Fegato), Policlinico Umberto I, Policlinico Gemelli, Policlinico Tor Vergata e ospedale pediatrico Bambino Gesù.  Fondamentale anche l’apporto del Poit (Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti) che ha concluso il 2023 con 80 trapianti di fegato, il 22% in più rispetto al 2022 segnando, per il secondo anno consecutivo, il record per quest’organo in una struttura ospedaliera della regione. Il Poit si è distinto anche per i trapianti oncologici da epatocarcinoma, metastasi al colon retto e colangiocarcinoma confermandosi un punto di riferimento per tutto il centro-sud Italia. 

Un fiore all’occhiello per la Regione del Presidente Rocca che dichiara: “Oggi la realtà dei trapianti nel Lazio può contare su un eccellente apparato clinico chirurgico espresso dai team-trapianto, un importante apparato tecnologico-scientifico, nonché un sistema organizzativo di rete all’avanguardia che sta dimostrando un’efficiente e un’efficace risposta terapeutica per i pazienti, nel Lazio e a livello extra-regionale, come ci confermano i dati. Questa è la strada d’eccellenza che vogliamo continuare a percorrere, fatta di altruismo, generosità e speranza per il futuro”.

Dietro all’aumento del numero assoluto dei trapianti c’è una crescita delle osservazioni e della segnalazione dei potenziali donatori e delle nuove tecnologie. Ad esempio Il San Camillo ha all’attivo  i programmi trapianto rene e pancreas, oltre ad essere l’unico ospedale nel Lazio ad effettuare trapianti di cuore nell’adulto e ha effettuato il primo trasporto nel centro-sud di un cuore utilizzando un sistema associato a perfusione, noto come Ocs, che permette di conservare un organo in una scatola sterile, rigenerandolo attraverso la perfusione di sangue e altre sostanze nutritive, nel caso del cuore, di farlo battere grazie alla stimolazione elettrica. 

Narciso Mostarda direttore generale del San Camillo Forlanini ha dichiarato: “La donazione degli organi e il loro impianto sono una terapia unica e non riproducibile, nonché una complessissima operazione, fortemente tempo dipendente, espressione di alto profilo organizzativo e multidisciplinare per antonomasia. Si tratta di una realtà in continua evoluzione e da modulare costantemente in relazione a progressi scientifici, ottimizzazione delle risorse, sostenibilità applicata e visione di sviluppo. I grandi risultati che abbiamo e continuiamo ad ottenere sono frutto di questi aspetti, l’alta professionalità di ogni singolo operatore sanitario che opera in questo ambito e la sensibilità della popolazione. Un grande ringraziamento va alle famiglie dei donatori che, con il loro consenso, hanno offerto vita a tanti pazienti e ringraziamo tutti coloro che in vita esprimono la volontà donativa”.

“Il risultato ottenuto dal Poit è frutto dello sforzo comune di tutte le professionalità messe in campo dal San Camillo e dallo Spallanzani - ha dichiarato il professore Ettorre -. Questo traguardo pone il centro allo stesso livello dei centri più virtuosi del nord Italia, e permette di evitare la mobilità passiva dal Lazio verso altre regioni, con innegabili vantaggi per i pazienti e per le loro famiglie”.

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