Omicidio Bramucci, riflettori puntati sull'ambito familiare della vittima
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbero stati dei contatti tra uno dei presunti killer e una familiare di Salvatore Bramucci
Omicidio di Salvatore Bramucci, gli inquirenti hanno puntato i riflettori sull'ambito familiare della vittima. In particolare su una donna, che prima e dopo il delitto avrebbe avuto dei contatti telefonici con uno dei due arrestati: Tonino Bacci, detto Tony, che all'alba di martedì è finito in manette insieme a Lucio La Pietra, entrambi di 48 anni. "Sono emersi collegamenti - mette nero su bianco la procura - che costoro, in relazione all'omicidio, mantenevano con diversi soggetti, alcuni anche prossimi all'ambiente relazionale della vittima, nei confronti dei quali sono in corso accertamenti".
Gli indagati sono in tutto sono cinque. Oltre a Bacci e La Pietra, ci sono altre tre persone a piede libero, una delle quali - un uomo - è di nazionalità romena ma residente nella Capitale. Tutti, compresi gli arrestati, vivono tra Roma est, Tor di Nona, Guidonia Montecelio e Prenestino. I tre indagati a piede libero, stando alla ricostruzione degli inquirenti, potrebbero aver agevolato, a vario titolo, Bacci e La Pietra nel commettere l'omicidio, avvenuto poco dopo le 8 del 7 agosto scorso a Soriano nel Cimino.
"Un agguato organizzato in ogni minimo dettaglio - evidenzia la procura -, preceduto anche da sopralluoghi nella zona teatro dell'omicidio". L'ultimo il 4 agosto, tre giorni prima del delitto. Quella mattina Bacci e La Pietra avrebbero raggiunto Soriano nel Cimino, viaggiando sulla stessa Smart bianca, insieme a una terza persona, ancora non identificata, alla guida di una Alfa Romeo Giulietta che sarebbe risultata rubata a giugno. Avrebbero atteso che Bramucci uscisse di casa, per poi sbarrargli la strada con le auto e freddarlo con sei colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata mentre era a bordo della sua Chevrolet.
Cinque proiettili avrebbero raggiunto la vittima al volto - tra la mascella sinistra, la nuca e la tempia -, mentre il sesto alla spalla. Bramucci è morto "immediatamente", riporta la procura. L'arma del delitto non è ancora stata ritrovata, nonostante le perquisizioni e i sequestri fatti dai carabinieri all'alba di martedì 13 settembre e che hanno interessato tutti e cinque gli indagati.
Per quanto riguarda il movente, si allontana l'ipotesi del regolamento di conti. Bramucci nel 2007 è stato arrestato in un'operazione su furti nei cantieri, estorsione, usura e ricettazione. A inizio 2020 è finito nuovamente in manette per usura ed estorsione: ha patteggiato la pena in tribunale - 3 anni e 4 mesi -, che stava finendo di scontare ai domiciliari con sei ore al giorno di libera uscita. Alla base del delitto ci sarebbero ragioni di natura economica: sembrerebbe che la vittima, finita di scontare la pena, si sarebbe voluta trasferire a Tenerife con i soldi racimolati negli anni. Gli investigatori stanno analizzando anche i conti correnti di Bacci e La Pietra per verificare se abbiano ricevuto somme di denaro per commettere l'omicidio per conto di terzi.
"Un ringraziamento e un plauso ai carabinieri, che con caparbietà e in poco tempo sono riusciti a individuare le persone che, stando a questa fase delle indagini, sarebbero risultate implicate nell'omicidio di Bramucci", commenta l'avvocato Giuliano Migliorati, storico difensore della vittima e ora della sua famiglia.
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