rotate-mobile
social

Cos'è il dies natalis (o festa del transito) di Santa Rosa e perché si celebra

Per una settimana intera il tempo in città verrà scandito da una serie di appuntamenti religiosi dedicati alla santa patrona

Le celebrazioni culmineranno il 6 marzo ma, prima di questa data, i fedeli avranno modo di prendere parte a più di un momento di raccoglimento e spiritualità. Viterbo si prepara per il 773esimo anniversario del dies natalis di Santa Rosa, festa in cui viene ricordato il passaggio dalla terra al cielo della patrona (avvenuto il 6 marzo del 1251). Proprio in questi giorni, tradizione vuole che i boccioli e le rosine si rechino al santuario dedicato alla santa per iscrivere il proprio nome negli elenchi di coloro che intendono partecipare alla processione del 2 settembre.

Cos'è il dies natalis?

La ricorrenza coincide con il giorno della morte della patrona. Per una settimana intera il tempo in città verrà scandito da una serie di appuntamenti religiosi che prevedono, come detto, il corteo dei boccioli, delle rosine e dei mini facchini. I piccolissimi, insieme agli altri figuranti, si ritroveranno alla chiesa di Santa Maria in Poggio (Crocetta). Da qui si dirigeranno verso il santuario dove, dopo le celebrazioni eucaristiche, potranno iscrivere il proprio nome negli elenchi di coloro che prenderanno parte al corteo del 2 settembre, giorno che precede il passaggio della macchina di Santa Rosa.

La processione del 2 settembre

La festa di Santa Rosa si celebra il 4 settembre giorno in cui ricorre l'anniversario della traslazione del corpo avvenuto nel 1258. La sera della vigilia viene trasportata in processione sulle spalle dei facchini, la Macchina: campanile artistico illuminato, rinnovato ogni 5 anni, con un'altezza di 28 metri e del peso di circa 50 quintali, sormontato dalla statua della santa. In passato, durante il giorno del trasporto della Macchina, si svolgeva anche la processione religiosa. Dal 1974 i due momento sono separati. Nel pomeriggio del 2 settembre, con partenza dal duomo e arrivo al Santuario di Santa Rosa, clero, autorità cittadine e facchini, dei quali una rappresentanza porta a spalla il reliquario con il cuore della santa, si muovono in processione. Ad accompagnarli oltre 310 figuranti con costumi tipici dei vari secoli che rappresentano le varie autorità viterbesi che hanno celebrato nel tempo la concittadina. Ad aprire il corteo ci sono i mini facchini, mentre ogni secolo è intervallato dai ‘boccioli di Santa Rosa’ - bambini e bambine con vestito tradizionale rosso e azzurro - e dalle ‘Rosine’ - ragazze che indossano un saio e impersonano la giovane santa -. Immancabile la presenza di sbandieratori, chiarine, tamburi e valletti appartenenti a vari gruppi storici viterbesi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cos'è il dies natalis (o festa del transito) di Santa Rosa e perché si celebra

ViterboToday è in caricamento