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CRONACA NERA / Soriano nel Cimino

Omicidio Bramucci | Il gip: "I killer assoldati per la loro indole criminale". Le difese promettono battaglia

Parlano gli avvocati di Tonino Bacci e Lucio La Pietra: "Non hanno il profilo criminale descritto dal gip. Sono sotto shock e piangono"

Due uomini dalla "indole violenta", con una "allarmante personalità" e una "spiccata propensione a delinquere" che li ha portati, "senza alcuna remora, a colpire ripetutamente la vittima con l'intento di ucciderla". È l'identikit che la gip Rita Cialoni, nell'ordinanza di arresto che li ha fatti finire in carcere, traccia di Tonino Bacci e Lucio La Pietra accusati dell'omicidio di Salvatore Bramucci, il 58enne che il 7 agosto scorso è stato freddato con una raffica di colpi d'arma da fuoco nelle campagne di Soriano nel Cimino. "Sono pregiudicati - continua la gip - palesemente privi di capacità autocontenitive rispetto alle palesate pulsioni violente". Una descrizione, secondo i difensori dei due indagati 48enni, lontana dalle loro reali personalità.

"Non hanno il profilo né il calibro criminale descritto dal gip", dicono gli avvocati Giancarlo Costa per Bacci e Antonio Rucco per La Pietra. "La Pietra - ribadisce il suo difensore - non ha un profilo criminale di spessore o legato all'ambiente della criminalità. Come precedenti, infatti, ha due condanne per piccolo spaccio e per la truffa dello specchietto". Anche Bacci, riporta il suo avvocato, ha "precedenti lontanissimi nel tempo che non fanno il paio con quanto gli viene contestato oggi. Non ha problemi con la giustizia da quindici anni. Si sta dipingendo come killer professionista un controsoffittatore".

Bacci lavora nel campo dell'edilizia. "È un bravo artigiano che fa contosoffittature - spiega Costa -. Lavora per diverse ditte edili e vive una vita normale, fatta di sveglie all'alba per andare nei cantieri. Ha un tenore di vita basso, che non fa pensare a una vita parallela". La Pietra è, invece, un meccanico. Con loro i rispettivi avvocati hanno già avuto i primi incontri e colloqui dopo l'arresto. "La Pietra - fa sapere Rucco - è distrutto e piange. Si dice totalmente estraneo ai fatti. Aveva avuto rapporti pregressi con Bacci ma non conosceva la vittima". Anche Bacci "si professa completamente estraneo ai fatti - afferma Costa -. Il suo spaesamento è molto forte, è in stato di shock perché non ha mai pensato di poter finire in vita sua in una situazione del genere. In una storia molto più grande di lui".

Durante gli interrogatori di garanzia, in programma ieri mattina nel penitenziario di Mammagialla, i due indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e restano in carcere. "Se venissero lasciati liberi - scrive la gip nell'ordinanza d'arresto - potrebbero con altissima probabilità reiterare ulteriori ed analoghe condotte criminose della stessa specie di quelle per cui si procede, nonché ulteriori gravi delitti con l'uso di armi. Sono stati ragionevolmente reclutati da terzi, anche in ragione dell'assenza di contatti pregressi con la vittima, proprio per la loro indole delinquenziale al fine di portare a compimento il grave crimine eseguito su commissione per ragioni ancora in corso di accertamento".

Le difese, preannunciando di rivolgersi al tribunale del riesame per la scarcerazione, promettono battaglia. L'avvocato Costa, già nel collegio difensivo di Amanda Knox nell'ambito del delitto di Perugia, fa sapere di aver "già iniziato a raccogliere prove che possano mettere in crisi questo castello accusatorio che si fonda solo su gps, telecamere di videosorveglianza e traffico telefonico. Perché l'arma del delitto non c'è e manca anche il movente". Sulla stessa linea l'avvocato Rucco. "Su La Pietra non è stato trovato nulla né durante la perquisizione e neppure sui conti correnti o denaro in contanti che possa far pensare che sia stato assoldato da terzi. Gli unici elementi, stando a quanto ricostruito dalla procura, sono due intercettazioni telefoniche, di cui non si conosce neppure il contenuto, avvenute il 4 e il 7 agosto alle 5 di mattina agganciando la cella vicina all'abitazione del mio assistito. Si tratta di indizi vaghi, generici e indeterminati. Elementi che non giustificano la misura cautelare".

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