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Domenica, 28 Aprile 2024
IL DELITTO / Soriano nel Cimino

Salvatore Bramucci, un omicidio maturato e consumato in famiglia. La moglie: "Non lo sopportavo più"

Dietro al delitto del 58enne a Soriano nel Cimino movente economico e maltrattamenti alla moglie Elisabetta Bacchio. Lei, in carcere da ieri, è stata l'ideatrice e la mandante con la complicità della sorella e altre sei persone

Con l'arresto della moglie Elisabetta Bacchio, 46 anni, i contorni dell'omicidio di Salvatore Bramucci diventano nitidi. Spazzata via quella nube di ultimi interrogativi che dal 7 agosto 2022 aleggiava sul delitto di Soriano nel Cimino.

Gli inquirenti hanno impiegato poco più di un anno per mettere al loro posto tutte le caselle e trovare conferme a quell'ipotesi su cui stavano lavorando sin dall'inizio: l'omicidio del 58enne è stato maturato e in qualche modo consumato in famiglia.

Elisabetta Bacchio e Salvatore Bramucci-3

Ora c'è la mandante (la moglie Elisabetta Bacchio), la pianificatrice diretta (la cognata Sabrina Bacchio) e i killer (Antonio Bacci e Lucio La Pietra). A loro, tutti in carcere, si aggiungono altri quattro indagati a piede libero che avrebbero avuto un ruolo nelle varie fasi dell'omicidio: Costantin Dan Pomirleanu (compagno di Sabrina Bacchio), Alessio Pizzuti, Fabio Buti e Ismail Memeti.

Il delitto Bramucci ora ha anche un movente. Va da quello economico ma, soprattutto, finisce in quei maltrattamenti che Elisabetta Bacchio, a detta sua, avrebbe subito dal marito negli anni. Se non fisici, quantomeno psicologici. Una vita di inferno, che per la donna sarebbe diventata ancora più insopportabile da quando il 58enne era ai domiciliari per finire di scontare una condanna per usura ed estorsione. Un marito prepotente, geloso e che le lasciava poca libertà. Così lo ha descritto.

Soriano nel Cimino - Omicidio di Salvatore Bramucci-2

Elisabetta Bacchio ne parla anche con i carabinieri che la sentono subito dopo l'omicidio. In quell'occasione, inoltre, consegnerà anche l'agendina rossa dove il marito aveva annotato i nomi e i soldi prestati per la sua "attività" di strozzino. "Salvatore - dice - voleva riscuotere il denaro per andare a vivere con la prima figlia a Tenerife". Un "tesoretto" fatto di contanti e gioielli che però non è mai stato trovato e che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio la 46enne a far sparire.

Ma di quel marito prevaricatore che non la lasciava libera e non le dava respiro Elisabetta Bacchio ne parla soprattutto con la sorella maggiore, Sabrina, a cui quel cognanto non era mai piaciuto e con cui era in pessimi rapporti.

Omicidio Salvatore Bramucci - Sabrina Bacchio e Tonino Bacci

"Io non lo sopporto più", avrebbe confidato Elisabetta a Sabrina. E da qui nasce il piano delle due sorelle diaboliche per far fuori Bramucci. La ricerca, difficile, dei killer. "Nessuno lo voleva ammazza'", dirà l'ex compagno di cella di La Pietra alla sua fidanzata. Poi le riunioni con il commando di fuoco a casa della cognata della vittima e del compagno di lei per organizzare l'omicidio, mentre la moglie installava sul cellulare del marito un'applicazione per monitorare ogni suo movimento e dava indicazioni sui suoi spostamenti e orari. Solo una figura a lui molto vicina, infatti, poteva sapere che Gli orari di libera uscita dai domiciliari gli erano stati modificati proprio qualche giorno prima del delitto.

La mattina del 7 agosto 2022, quando al 58enne, appena uscito di casa con l'auto per andare al canile che gestiva, viene sbarrata la strada dai killer che lo freddano con tre colpi di pistola, la donna è al telefono con lui. Un omicidio in diretta. La sera prima Elisabetta Bacchio aveva pubblicato sui social una foto con la sorella (e un'amica) mentre facevano il segno di vittoria con la mano.

Quello di Bramucci è stato un agguato organizzato in ogni minimo dettaglio, preceduto da sopralluoghi nella zona del delitto e dallo studio delle abitudini della vittima. Il gruppo di fuoco, composto da tre persone, a bordo di una Smart bianca presa a noleggio e di una Giulietta grigia risultata rubata alcuni mesi prima, intorno alle 8,30 ha raggiunto la località rurale di Acquafredda-Basso della Campana dove ha atteso l'uscita da casa del 58enne, bloccandogli la strada e freddandola con sei colpi che lo hanno raggiunto in diverse parti del corpo provocandone la morte immediata.

Un mese dopo il delitto i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dal pm Massimiliano Siddi della procura di Viterbo, arrestano Bacci e La Pietra, residenti a Guidonia Montecelio, nella periferia est della Capitale, e li portano nel carcere di Mammagialla. Le successive indagini fanno emergere che il gruppo di fuoco si era mosso sulla base delle precise indicazioni fornite da Sabrina Bacchio, che ha preso parte alla pianificazione dell'omicidio fin dall'inizio della sua ideazione. La donna è a Rebibbia da ottobre 2022 e per lei, Bacci e La Pietra il prossimo 23 ottobre inizierà il processo, con giudizio immediato, davanti alla corte di assise del tribunale di Viterbo.

Le sorelle Elisabetta e Sabrina Bacchio con un'amica in una foto postata la sera prima dell'omicidio

Ma non finisce qui. Dopo poco più di un anno dal delitto gli investigatori arrivano a Elisabetta Bacchio. La vedova che, mostrandosi collaborativa, voleva sviare le indagini ma che alla fine non ha fatto altro che destare sospetti proprio su di lei. Per gli inquirenti, è stata "la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell'azione delittuosa della quale, con ogni probabilità, è stata la principale ideatrice".

Da ieri è nella sezione femminile del carcere di Civitavecchia. Portata lì dopo che i carabinieri, all'alba, hanno bussato alla porta di casa a Soriano nel Cimino per notificarle l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per omicidio volontario.

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